Il Governo Draghi riunisce al suo interno centristi, destra e sinistra. E così anche i programmi televisivi dovranno adeguarsi a toni più bipartisan, a partire dalla Rai
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La televisione, soprattutto il servizio pubblico, deve riflettere la pluralità delle posizioni dei cittadini. Con l’insediamento del Governo Draghi, che riunisce al suo interno centristi ed esponenti di destra e sinistra, cambiano i toni del dibattito parlamentare. E di riflesso stanno già influenzando quelli dei programmi televisivi d’informazione.
A notare il cambio di linea editoriale è stato il quotidiano romano Il Tempo, che descrive i mutamenti in corso. Secondo il giornalista Arnaldo Magro, ora che Forza Italia collabora all’esecutivo, Mediaset avrebbe già chiesto ad alcuni conduttori “populisti” di cambiare registro e ammorbidire le loro posizioni. Ci ha pensato però il governatore del Friuli Venezia-Giulia a riaccendere il dibattito.
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Effetto Draghi anche in tv? I programmi cambiano registro
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Esponente della Lega, Massimiliano Fedriga, durante il suo intervento a Mattino 5 ha gettato benzina sul fuoco, dichiarando: “Dico una cosa sconveniente, ma la riapertura della scuola è stata ideologica. Un errore del governo. Prima si aprono le fabbriche e dopo le scuole”. Sul tema del lavoro: “Una ipocrisia andata avanti troppo a lungo. Diano prima i soldi a chi è in difficoltà. Altro che al pubblico impiego”.
Anche in casa Rai si tenta di aggiustare il tiro. “Agorà su Rai3 – analizza sempre Magro – è diventata di opposizione invece. E di cosa parlano dunque? I migranti a Trieste e la tratta balcanica. ‘L’ immigrazione è la mina vagante nel governo’ sostiene la conduttrice, Luisella Costamagna”. Uno dei temi caldi della destra, caro a Fratelli d’Italia, unico partito di un certo peso rimasto a fare opposizione al Governo di larghe intese guidato da Draghi.
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Quello che traspare per il momento è che i dibattiti televisivi si siano fatti meno accesi per il quieto vivere del neonato governo. Ma Magro non manca di notare come permanga una certa dose di scetticismo verso i sovranisti e la Lega, e la loro adesione all’esecutivo. “Lo pensano chiaramente a casa – conclude tagliente il giornalista – ma confessarlo in diretta non si può. Troppo anche per questo cambio editoriale”.