Attraverso gli squali sarà possibile salvare gli oceani, questo quanto scoperto da un recente studio che spiega il motivo.
Gli squali potrebbero aiutare gli oceani a sopravvivere. Questo quanto emerge dallo studio condotto da alcuni ricercatori della Florida International University, in collaborazione con l’Ateneo di Washington e quello di Victoria in Australia, pubblicato la scorsa settimana sul Journal of Animal Ecology .
Leggi anche —-> Murene, la loro presenza nella barriera corallina diventa un caso di studio: il motivo
Squali dottori degli oceani: in che modo questi animali potrebbero salvare l’ecosistema
Leggi anche —> Cambiamento Climatico, grande aiuto da una stella marina
Lo studio condotto dal team di esperti all’interno delle acque di Shark Bay in Australia è stato portato avanti tra il maggio del 2013 e l’agosto dell’anno successivo. A prendere parte alla ricerca anche il professor Rob Nowicki, coordinatore, e Mike Heithaus, ecologo marino.
Dopo attente analisi gli studiosi hanno scoperto come alcuni squali risultavano necessari per mantenere stabile la biodiversità all’interno dell’oceano. In particolare si sarebbe scoperto che questi animali, sarebbero in grado di ristabilire ordine nelle acque dopo estremi eventi metereologici come ondate di calore o uragani.
In pratica gli squali si nutrirebbero di pesci che a loro volta mangiano le piante acquatiche. Queste ultime, però, come noto, hanno la funzione di mantenere l’acqua pulita ed immagazzinare anidride carbonica. Ci sono voluti ben 16 mesi, riporta la redazione di Tampa Bay Times, per giungere al risultato.
“Gli animali che mangiano alghe marine sono anche le tartarughe e i dugonghi. Gli squali mangiano anche loro. Quindi, quando gli squali sono in giro, i ‘pascolatori’ spesso evitano l’area, così le piante acquatiche hanno il tempo di crescere e riprendersi. Quando si verifica un evento climatico estremo l’ecosistema deve affrontare una serie completamente nuova di variabili che richiedono tempo per potersi rigenerare” si legge nello studio stando a quanto riporta la redazione di Tampa Bay.
L’area di studio è stata scelta proprio per le sue caratteristiche. Nella Shark Bay, in Australia, infatti vi era un’ampia vastità di alghe, le fanerogame marine, devastate. Questo perché una potente ondata di calore aveva colpito la baia nel 2011. I cosiddetti “pascolatori” avevano quindi distrutto quel poco di chioma che rimaneva. Grazie al ritorno degli squali in estate, però, le alghe sono riuscite a riprendersi.
I ricercatori si sono posti, un importante quesito. Cosa sarebbe accaduto se gli squali non vi fossero stati? Nel lasso di tempo dello studio il team ha collocato 30 parcelle sperimentali da 2 a 3 metri di profondità in due banchi di fanerogame. Utilizzando i dati precedenti in loro possesso hanno scoperto quanto mangiavano i pascolatori e cosa sarebbe successo senza gli squali.
Se vuoi essere sempre informato in tempo reale e sulle nostre notizie di gossip, televisione, musica, spettacolo, cronaca, casi, cronaca nera e tanto altro, seguici sulle nostre pagine Facebook, Instagram e Twitter.
Sostanzialmente è emerso che se animali come i dugonghi fossero stati indisturbati avrebbero annientato l’intero banco per sempre, distruggendo irrimediabilmente l’ecosistema.
M.S.