La terza ondata da Covid è alle porte e un infermiere di reparto lancia un appello struggente: “Ecco cosa ho detto ad un ragazzo…”
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Il Covid-19 esiste in italia ormai da quasi un anno a questa parte e nonostante fosse passato del tempo per ragionare su come arginare la malattia, gli strumenti scientifici non sono stati efficienti per abbattere il nemico.
L’8 Marzo, l’esistenza di questo “mostro” compie un anno, quando in una ridente cittadina della Lombardia, Codogno si registra il primo caso in assoluto. Da quel giorno, l’Italia inizia ad andare incontro a tutta una serie di problematiche da un punto di vista politico, economico e soprattutto sanitario.
Il taglio dei fondi negli “esecutivi” precedenti hanno limitato significativamente il lavoro di medici e infermieri in corsia negli ospedali. Ora che la malattia si è evoluta, la situazione sembra essere fuori controllo. Testimonianze agghiaccianti in tal senso, ci giungono direttamente da uno degli operatori sanitari, che ha contribuito a lanciare l’ennesimo allarme per l’arrivo della temibilissima terza ondata
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Covid, le parole struggenti di un infermiere di reparto
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La terza ondata da Covid-19 sembra stia prendendo piega, ogni giorno che passa. Qualche giorno fa, a lanciare prematuramente l’allarme ci avevano pensato gli esperti virologi, da Crisanti a Walter Ricciardi. Ora che i casi di una malattia, evolutasi in “variante” sono in costante aumento risulta inevitabilmente vertiginoso e preoccupante il numero dei pazienti ricoverati.
“E’ snervante e inimmaginabile sapere quando questo incubo possa terminare” -. Queste le parole di un infermiere della IV Municipalità di Napoli, il quale si libera in un duro sfogo Facebook, all’indirizzo di coloro che sono ancora scettici sull’esistenza del “nemico”.
L’effetto in Italia della variante inglese colpisce anche i giovani ed ora come ora non è più giustificato essere menefreghisti in tal caso. “L’altro giorno ho dovuto dire ad un ragazzo di 26 anni, malato di Covid che andrà tutto a fin di bene, senza svelargli la cruda realtà dell’intubazione”.
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Infine, l’esperto infermiere ha sottolineato lo stress e la frustrazione di tutti i colleghi di reparto per mettere in guardia una popolazione, molto spesso distratta e ignara del pericolo