Manca solo un giorno all’inizio di Sanremo 2021. Abbiamo avuto il piacere di rivolgere alcune domanda a Folcast, uno dei più brillanti cantautori della categoria Nuove Proposte.
Romano, figlio d’arte, tra i maggiori esponenti di una musica eclettica che nasce dal confronto con il mondo in ogni sua forma. Daniele Folcarelli (in arte Folcast) si prepara a salire sul palco dell’Ariston con il brano Scopriti. Si tratta di un’opera scritta “d’inestinto”, ci racconta. Un’opera nata in un giorno di pioggia, ma che – paradossalmente – rappresenta un invito ad “uscire”, ad aprirsi verso l’esterno, esprimendo se stessi con massima libertà. Prodotto da Tommaso Colliva (già vincitore di un Grammy per il suo lavoro con i Muse), il brano dà il titolo ad un tour che vedrà il cantautore impegnato in alcune tappe lungo la penisola a partire dall’11 novembre.
Abbiamo avuto il piacere di parlare con Folcast e scoprire qualcosa di più su di lui e sulla sua preparazione al Festival.
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Ciao Folcast, è un piacere averti come nostro ospite. Come stai? Come stati vivendo gli ultimi giorni di preparazione al Festival?
Ciao, piacere. Sto molto bene. Mi sento in forma e pronto per il Festival. Sono in pre-agonistica, come un atleta quando si prepara ad una partita/incontro. La testa c’è, il corpo anche. Cercherò di portarli tutti con me sul palco dell’Ariston.
Sei nato e cresciuto a Roma. Cosa ti ha dato questa città dal punto di vista creativo?
Sono nato e cresciuto a Roma che è una città grande, cinica, malinconica e unica. Basta fare pochi passi e ci si ritrova davanti a qualche meraviglia. L’arte è ovunque, anche in periferia. Io sono cresciuto in una zona periferica che è fortunatamente circondata dal verde e a pochi chilometri dal mare, oltre che dal centro. Roma, la mia famiglia e le persone con cui sono cresciuto mi hanno aperto la mente e mi hanno fatto diventare una persona curiosa (almeno credo), dedita a cercare di creare qualcosa che prima non c’era.
Se dovessi riscrivere i tuoi primi brani adesso, cosa cambieresti?
Non sono solito guardare indietro. Sono uno proiettato al futuro, godendo del presente. Se dovessi riscrivere i miei primi brani forse rivedrei qualcosa sui testi. Ma sono contento di quanto fatto, perché è anche grazie a quei brani se ora sono qui.
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Il ricordo più bello dell’infanzia legato al Festival di Sanremo?
Ho iniziato a seguire il Festival non tanti anni fa. Ricordo la vittoria del 2001 di Elisa con la sua splendida “Luce”. Quello stesso anno la Roma vinceva lo scudetto.
E la prima reazione quando sei stato selezionato per la categoria Nuove Proposte?
All’inizio stupore e felicità, ma mi sono subito rimesso al lavoro in vista di questo importante appuntamento con il Festival.
Come nasce il brano “Scopriti”?
Nasce al piano, a casa, in un giorno di pioggia. Insomma, non era proprio uno di quei giorni fatti per scoprirsi. D’istinto mi sono messo al pianoforte e ho composto la musica che avevo in mente. Poi è venuto il testo e in un pomeriggio la struttura portante del brano era pronta.
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Chi è stato il primo ad ascoltarlo?
Mia madre. Ricordo che disse subito che il brano le piaceva particolarmente.
Hai un gesto scaramantico da fare prima di salire sul palco?
Non sono un tipo scaramantico quindi non ho un gesto preciso. Quello che faccio prima di salire sul palco è prepararmi tecnicamente e concentrarmi su quello che andrò a fare ricordandomi chi sono.
Raccontaci i tuoi piani per il futuro. Hai già nuova musica in programma?
Con Tommaso Colliva (produttore) stavamo già lavorando ad altri brani mentre registravamo “Scopriti”. Ho delle nuove canzoni che non vedo l’ora di far uscire. Poi aver annunciato le date dei miei live per il mese di novembre, in giro per l’Italia per me è un privilegio e un onore. È una cosa fantastica che prende ancora più valore se pensiamo al periodo in cui siamo. Tutti gli spazi culturali e artistici sono chiusi da tempo e la cultura è al collasso. Spero che i live possano diventare sempre di più così da portare la mia musica in tutta la penisola.