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Interviste

Roma, nuovo murale al Tufello: un bacio tra due donne rivoluziona la città

Inaugurato sulla parete della metro Jonio di Roma il primo murale a tema LGBT+. L’opera rappresenta un bacio tra due donne.

Foto dall’inaugurazione del murale in zona Tufello, Roma

Tra le mille ricchezze di Roma, si annova sicuramente la street art. Interi quartieri della Capitale recano i segni inconfondibili dell’immaginazione umana, capace di dar nuovo respiro ad edifici precedentemente degradati ed in stato di abbandono. Nella giornata di lunedì 1 marzo, al Tufello, in coincidenza della fermata metro B Jonio, il Gay Center ha inaugurato un nuovo murale, al contempo opera di riqualificazione urbana e di sensibilizzazione nei confronti di una comunità ancora troppo spesso vittima di violenza e di un silenzio connivente.

Il murale, realizzato dallo street artist Krayon (con il supporto tecnico ed economico dell’agenzia Zonproductions) rappresenta due donne colte nell’atto di baciarsi. La tecnica utilizzata, quella della pixel art, rende l’opera difficilmente distinguibile da vicino, ma incredibilmente nitida agli occhi di chiunque si posizioni ad una distanza tale da osservarla nella sua interezza. Accanto alle due donne, il numero della Gay Help Line spicca in verde, ben evidente ed – in un certo qual modo – rassicurante.

“Si tratta di un numero verde gratuito” spiega l’attore ed attivista Pietro Turano, tra i principali realizzatori dell’opera. “Il numero verde è attivo tutti i giorni e raccoglie ormai da quindici anni migliaia e migliaia di richieste di aiuto e di supporto da parte di persone di tutte le età. Attualmente le chiamate si attestano attorno ai 20.000 contatti all’anno”.

È bello notare la compenetrazione tra un luogo di ‘aggregazione’ come può esserlo il capolinea di una metro ed un’immagine che esprime un analogo concetto di vicinanza ed accoglienza” aggiunge il delegato del Municipio III, che ha dato la sua autorizzazione ed il suo supporto alla realizzazione dell’opera.

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Roma, un murale per la Gay Help Line dopo otto anni di battaglie

Il numero della Gay Help Line riportato di fianco al murale

Il murale promosso dal Gay Center non è solo un’efficiente opera di riqualificazione urbana ed un esempio di come la sinergia tra associazioni ed amministrazioni locali possa positivamente (e concretamente) modificare il territorio, ma rappresenta anche un vero e proprio primato in Italia. Si tratta infatti del primo murale raffigurante un bacio tra due donne. Mai nessun’altra amministrazione italiana aveva permesso la realizzazione di un’opera di questo tipo.

Il percorso che ha portato alla concreta attuazione del progetto è stato tuttavia estremamente lento e tortuoso ed ha richiesto una tenace lotta da parte dei volontari di Gay Center. Pietro Turano ce lo ha raccontato in esclusiva. “È iniziato tutto otto anni fa grazie al fondatore della Gay Help Line. L’idea era quella di offrire una rappresentazione della comunità LGBT+, ma anche di promuovere il numero verde messo a disposizione dall’associazione. Negli anni le amministrazioni si sono sempre mostrate vagamente interessate, ma non hanno mai dato segno di voler passare dalle parole ai fatti. Finalmente, dopo tanto tempo e dopo numerose richieste, il Municipio III ha deciso di portare avanti il progetto, grazie anche e soprattutto al lavoro di Nasstasja Habdank, consigliera del Municipio. Da questo punto in poi si è venuta a creare una bellissima sinergia tra l’associazione, l’amministrazione e l’agenzia dell’artista Krayon, la Zonproductions, che ci ha dato un fondamentale supporto economico, poiché l’opera è completamente autoprodotta”. 

Quanto alla scelta di un bacio tra due donne, piuttosto che tra due uomini, Turano ci ha rivelato che c’è una scelta ben precisa dietro. “La mentalità maschilista della nostra società fa sì che l’omosessualità venga sempre percepita come maschile. L’omosessualità maschile è estremamente sovrarappresentata, pur sempre nella sua sottorappresentazione. Il messaggio che volevamo trasmettere è proprio ‘Esistete e lo sappiamo e se avete bisogno di qualcuno, potete contattarci'”.

Anche Nasstasja Habdank, consigliera e Presidentessa della Commissione Pari Opportunità e Politiche Giovanili del Municipio III, ci ha parlato del progetto, a partire dall’incontro con Fabrizio Marrazzo, direttore di Gay Center. È stata proprio la sua commissione a ricontattare l’associazione di Marrazzo per riesaminare la proposta. “Salvo qualche eccezione, mi sembra che l’opera sia stata accolta in maniera positiva – ha affermato -. Adesso stiamo lavorando all’installazione di quindici panchine arcobaleno con su riportato il numero della Gay Help Line da disporre in giro per il terzo municipio”.

Visibilità ed orientamento sessuale. Pietro Turano: “C’è ancora tanto bisogno di parlare”

Foto dall’inaugurazione del murale in zona Tufello, Roma

Il murale realizzato al Tufello rappresenta un forte segnale nei confronti della comunità LGBT+, ma anche di tutti coloro che reputano superfluo il suo attivismo. Riguardo a questa spinosa questione, abbiamo chiesto a Pietro Turano se la vera uguaglianza stia nel diritto a “non dire” o se, al contrario, ci sia ancora bisogno di parlare di questo tipo di tematiche.

“C’è totalmente bisogno di parlare. A volte diamo per scontati i risultati che la comunità ha ottenuto nel corso della sua storia, anche a costo della vita. In un mondo che ci abitua a determinati modelli, nulla è scontato. Il silenzio diventa invisibilità. A volte ci diciamo che non ci servono etichette… sì, questo è sicuramente quello che speriamo e vogliamo, ma finché non ci sarà vera uguaglianza per tutti e per tutte, rimane irrealistico. Non esporci ci rende inesistenti e ci riporta indietro a quando non era nemmeno possibile pensare che esistessero persone gay, lesbiche, bisex o trans. In questo mondo ed in questo tempo le parole, la visibilità, il ‘personale’ sono importanti. Questa è la mia battaglia”

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Mentre l’inaugurazione volgeva al termine, lo spunto più interessante ci è giunto da una donna di 74 anni, che per giorni ha si è fermata ad osservare il processo di realizzazione del murale. Quando le abbiamo chiesto qual è stata la sua prima reazione una volta scoperto il soggetto dell’opera, ha risposto con un tono di vaga curiosità: “E quindi? Se fossero state due donne che si sparano, quello sì che sarebbe stato un problema”.

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