Secondo il rapporto dell’Iss-Istat in 10 mesi il Covid ha provocato in Italia 108 mila morti in più rispetto alla media
Non è un quadro confortante quello che dipingono i dati del rapporto Iss-Istat sull’analisi della mortalità nel nostro paese. A far impennare decisamente i numeri sono irrimediabilmente i tanti morti in Italia a causa della pandemia da Covid. Nell’arco di 10 mesi infatti si sono registrati ben 108 mila decessi in più rispetto alla media nazionale calcolata nello stesso periodo negli anni 2015-2019. Il 2020 ha infatti registrato un numero di decessi che è superiore a qualsiasi altro dato fin dal dopoguerra. Solo nell’ultimo anno ci sono stati infatti ben 746.146 morti, con un incremento di 100.526 rispetto alla media del quadrienni preso come riferimento. Dal rapporto presentato emerge inoltre che dal mese di ottobre gli effetti drammatici della seconda ondata di coronavirus che ha investito il paese diventano sempre più evidenti. Solo nel periodo ottobre-dicembre infatti si sono dovuti registrare ben 213 mila decessi che superano addirittura di 52 mila quelli calcolati in media negli anni dal 2015 al 2019 nello stesso periodo.
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Il rapporto Iss-Istat che individua il tasso di mortalità in Italia chiarisce che, numeri alla mano, ad aver pagato un prezzo altissimo in termini di vite è stato soprattutto il Nord. Qui infatti l’incidenza della mortalità è stata del 14,5% più del doppio rispetto al centro che ha una percentuale del 6,8% e quasi tripla del sud al 5,2%. Tra le regioni del settentrione spicca la drammaticità vissuta in Lombardia dove c’è stato un aumento della mortalità del 111,8%. Per il nord solo il Veneto e il Friuli Venezia Giulia hanno registrato una crescita dei decessi più contenuta. Al centro invece sono le Marche a mettersi in evidenza a causa di un incremento di morti pari al 27,7% ben superiore alla media dell’8,1%.
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Tale rapporto definisce anche la percentuale di mortalità divisa per fasce d’età. A guidare la drammatica classifica ci sono gli ultra ottantenni con 486.255 decessi. Per gli italiani compresi in un’età dai 0 ai 49 l’incidenza è stata del 4,6%, tra i 50 e i 64 anni del 9,2%, del 12,4% nella fascia d’età compresa tra i 65 e i 79 anni e dagli 80 in poi del 9,6%.