Nel parco della periferia di Roma si sono riuniti sotto la pioggia centinaia di cittadini: “Se toccano una toccano tutta la collettività.”
La pioggia non ha ostacolato il presidio dalle entità sociali locali, organizzato sabato 6 marzo per dire ancora una volta basta alla violenza di genere. “Se toccano una toccano tutta la collettività”: dietro all’unico grido, circa 200 persone si sono riunite ieri nel parco archeologico di Villa Gordiani in occasione dell’ennesimo episodio di abuso sessuale. L’ultimo ha colpito proprio il parco della periferia di Roma, diviso a metà dalla Prenestina. Eppure, in quella tranquilla area verde del quadrante est di Centocelle, venerdì mattina una ragazza di 22 anni è stata violentata mentre faceva jogging. Un atto deplorevole che ha lasciato tutti inorriditi.
A pochi giorni dalla Giornata internazionale della donna, la studentessa è stata violentata mentre si stava allenando alla luce del sole come ogni mattina. Difatti, la zona circondata dal Mausoleo e dalle rovine antiche è molto frequentata anche dagli stessi residenti, che vi si recano per correre o allenarsi con gli attrezzi a disposizione. Secondo quanto riportano i media locali, la giovane è stata afferrata alle spalle e trascinata via dall’aggressore; prima la mano sulla bocca e poi il reato.
L’aggressione è avvenuta a meno di una trentina di metri dall’area giochi per bambini, in prossimità del Centro anziani, le cui porte sono rimaste chiuse dallo scorso anno a causa dell’emergenza coronavirus. A chiamare i soccorsi è stata proprio la vittima: la 22enne è riuscita a chiedere aiuto a un negoziante della zona, il quale ha immediatamente avvertito il 113. La studentessa è stata ricoverata all’ospedale Sandro Pertini di Roma in codice rosa. Da venerdì è caccia all’aggressore: la polizia locale ha effettuato il sopralluogo al parco e battuto le aree circostanti; in particolare Prenestino, Pigneto, Centocelle e Collatino, spingendosi oltre Tor Sapienza.
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Nonostante la pioggia centinaia di manifestanti si sono riuniti nel parco archeologico per dare una risposta pubblica e collettiva contro ogni forma di discriminazione e stigma di genere, figlia ed espressione esacerbata di un sistema maschilista e patriarcale. Oltre che essere una violazione dei diritti umani e una forma di discriminazione sociale; la violenza di genere è un problema culturale che continua a persistere nella nostra società e che prevede il ricorso alla violenza per preservare il proprio potere e spazio identitario.
L’iniziativa è stata organizzata da Gam Villa Gordiani, Asd Villa Gordiani, Comitato di lotta Villa Gordiani e il collettivo del liceo Benedetto da Norcia, con il supporto dell’organizzazione Non Una di Meno e della Croce Rossa Italiana Roma 5, i cui membri hanno preso parola per gridare la fine dei fenomeni di abuso e sopruso verso la sfera femminile, nonché contro il degrado sociale e culturale “che determina la sopraffazione”.
“È successo intorno a noi […] poteva essere mia sorella, poteva essere mia madre, potevo essere io” – grida una studentessa del collettivo del liceo Benedetto da Norcia, precisando che non c’è mai abbastanza sensibilizzazione sul tema della violenza sulle donne – “ci hanno sempre detto che non possiamo indossare una gonna, ma non hanno mai insegnato agli altri come comportarsi in modo civile.” Il messaggio di lotta e solidarietà della CRI Roma 5 è trasparente: “Noi condanniamo il gesto, non l’autore. Evitiamo di rispondere alla violenza con altra violenza.”
“Da domani invece di andare da sola a fare jogging andremo in dieci a fare jogging.” – ha precisato una residente locale – “Bisogna rispondere in maniera collettiva alla violenza e al sopruso dovunque si generi; nel lavoro o nella sanità. La nostra società deve essere diversa: ci deve essere cooperazione. Non possiamo restare al buio o chiuderci in casa: la risposta deve essere diretta e collettiva. Bisogna combattere contro la paura. Restiamo insieme, unite: siamo una forza.”
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Dalla manifestazione al corteo, i cittadini hanno deciso di farsi sentire anche per le vie del quartiere tra pioggia, striscioni e grida alla solidarietà e alla cooperazione: gli unici valori che rendono l’umanità davvero umana.
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