Gli svizzeri sono invitati a votare al referendum se a favore o contro l’occultamento del volto negli spazi pubblici.
“Sì al volto coperto?” Alla vigilia dalla Giornata internazionale della donna, il Comitato Egerkingen di “resistenza contro l’Islam politico” e il partito nazionalista conservatore UDC Unione Democratica di Centro (la destra conservatrice) hanno invitato gli svizzeri a presentare il proprio voto al referendum questa domenica 7 marzo. Mentre l’uso della mascherina è diventata una realtà costante e obbligatoria a causa dell’emergenza coronavirus, questo fine settimana la Svizzera si prepara a votare se mostrarsi favorevole o contraria all’indumento del burqa negli spazi pubblici.
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La proposta è immediatamente entrata nel mirino delle critiche di diverse associazioni, i cui membri hanno gridato il loro dissenso nei confronti del quesito profondamente “razzista e sessista”. I documenti ufficiali sono privi di termini come “burqa” o “niqab”. Tuttavia, sebbene non siano esplicitamente marchiati nero su bianco, i concetti sono in realtà chiaramente espressi. Difatti, il messaggio dei manifesti incollati alle mura della città sotto direzione del partito nazional conservatore è trasparente. I poster raffigurano una donna nascosta tra i veli del tipico capo d’abbigliamento indossato dalle donne musulmane. Il messaggio che incornicia l’immagine cita: “Stop all’islamismo radicale” o “Stop all’estremismo”.
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👇 Les dernières projections SSR :
✔ Vers un oui à 52% pour l’initiative anti-burqa
🔴 Vers un non à 64% pour l’e-ID
✔ Vers un oui à 51% pour l’accord avec l’IndonésieLe suivi en direct: bit.ly/38gSOcR #CHvote
Pubblicato da RTSinfo su Domenica 7 marzo 2021
In caso di vittoria, oltre al divieto del burqa e niqab a livello nazionale l’iniziativa comporterebbe una rettifica della Costituzione federale.
Fonte La Croix
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