L’esibizione di Achille Lauro e Fiorello al festival di Sanremo ha scatenato una polemica senza fine: a scagliarsi contro gli artisti, questa volta, è il vescovo di Sanremo
La presenza di Achille Lauro al festival di Sanremo non sarebbe di certo passata inosservata, e questo i telespettatori lo sapevano già. Il cantante, attraverso i cinque quadri proposti durante le puntate, ha creato indubbiamente scompiglio nell’opinione pubblica, sollevando polemiche e critiche da ogni parte.
L’obiettivo del performer era chiaro fin dall’inizio: oltre a far discutere, Achille Lauro desiderava sdoganare dei tabù che hanno le loro fondamenta nella morale borghese e nella fede religiosa. In molti hanno contestato all’artista l’eccessività delle sue esibizioni: l’ultimo a farlo è stato il vescovo di Sanremo.
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Il vescovo di Sanremo, che si è ferocemente scagliato contro l’esibizione di Fiorello e Achille Lauro, trasmessa nel corso della quarta serata, non ha risparmiato parole al veleno ai due artisti. “Sul palco dell’Ariston si è raggiunto un livello di dissacrazione, di blasfemia“: queste le affermazioni del religioso.
Oltre ad accusare Achille Lauro, il vescovo se l’è presa anche con il mattatore Fiorello, che per tutta la durata del festival ha partecipato attivamente alla realizzazione delle performance avvenute sul palco. “E’ ancora più grave il fatto che Fiorello ricorra a simili banalità e sconcezze per dare spettacolo“, ha commentato il vescovo, riferendosi alla corona di spine indossata dallo showman, che voleva rappresentare la passione di Cristo.
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Di certo, Achille Lauro è riuscito a smuovere, se non l’approvazione unanime del pubblico, una discussione piuttosto accesa. A tre giorni dalla chiusura della kermesse canora, i riflettori su di lui non si sono ancora spenti.
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