Non convince la confessione di Benno Neumair riguardo l’omicidio dei genitori, secondo gli inquirenti è possibile la pista della premeditazione
Sono passati due mesi dal giorno della tragedia che ha colpito la città di Bolzano con la scomparsa di Laura Perselli e Peter Neumair il 4 gennaio scorso. Fin dall’inizio i dubbi degli inquirenti si erano concentrati sul figlio trentenne della coppia Benno Neumair, che ha deciso di confessare solo il 6 febbraio dopo il ritrovamento del cadavere dalla madre nelle acque dell’Adige.
Neumair avrebbe confessato di aver ucciso i genitori per soldi e a causa delle continue liti in casa, ma di essere confuso sull’accaduto. Non è dello stesso avviso la sorella Madè che ha scritto una lettera personale in cui non crede al pentimento del fratello, e anzi, spiega che probabilmente sapeva molto bene ciò che stava facendo.
“Sapevo da subito che Benno aveva ucciso mamma e papà“. Queste sono le sue parole nell’incipit della commovente missiva pubblicata in esclusiva da Leggo. “Non credo che Benno abbia rimosso cosa ha fatto, ha depistato e inquinato le prove”, ha poi continuato la sorella.
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La Polizia sta vagliando tutte le piste possibili per cercare di far luce sulla vicenda Neumair e ora si parla anche di premeditazione poiché molti dettagli del duplice omicidio non tornano. Sembrerebbe che Benno abbia ammasso le sue colpe solo per smorzare i toni legati all’assassinio dei genitori, una lite per soldi, sfociata prima nello strangolamento del padre con una corda per scalare e poi l’omicidio della madre poco dopo il suo rientro a casa. Lo stesso Benno ha dichiarato di non averle dato neppure il tempo di togliere il cappotto e di averla uccisa.
Ma il primo dubbio scatta riguardo le tempistiche, infatti il ragazzo ha spiegato che sua madre Laura aveva fatto ritorno a casa quando l’omicidio era “appena successo” ma la cosa non funziona in quanto il cellulare del padre invece era spento da diverse ore prima. L’altro indizio che non torna è che Benno ha detto all’amica con cui ha trascorso poi la notte che l’avrebbe raggiunta in auto nonostante i genitori gli avessero tolto le chiavi del mezzo.
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Questo dettaglio unito anche alla sua richiesta alla scuola dove insegnava di poter allungare le vacanze di Natale di quattro giorni hanno destabilizzato la sua confessione. Ora si attende però la perizia psichiatrica a cui invece si appella l’avvocato difensore del giovane.
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