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Interviste

Intervista a Riccardo Grandi: “Ecco chi è stato il primo a credere in me”

Intervista esclusiva a Riccardo Grandi, regista sceneggiatore e produttore italiano. Ecco cosa ci ha raccontato, curiosi? Seguiteci

Il regista Riccardo Grandi e l’attore Jacopo Olmo Antinori (Ufficio stampa)

Di origine romana, Riccardo Grandi è da sempre appassionato di cinema, fantascienza, fumetti, disegno e fotografia. Inizia fin da giovane a lavorare come grafico nei programmi tv per Rai e Mediaset. La passione, la determinazione e l’impegno lo hanno reso uno dei registi più noti degli ultimi tempi. Il suo esordio al cinema arriva nel 2010 con Tutto l’Amore del Mondo e da lì la scalata verso il successo.

Uno degli ultimi lavori è Weekend, il film uscito nell’autunno 2020 tutto al giovanile. Jacopo Olmi Antinori, Eugenio Franceschini , Alessio Lapice, Filippo Scicchitano e con Greta Ferro e
Lorenzo Zurzolo sono gli attori che lui stesso ha formato in questo progetto sensazionale.

Curiosi gli abbiamo fatto qualche domanda e Riccardo ci ha raccontato qualche dettaglio.

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Il regista Riccardo Grandi (Ufficio stampa)

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Qual è stata la tua prima esperienza lavorativa?

Ho iniziato a lavorare appena ventenne, con tre amici fondammo uno studio che poi è diventata una post-produzione tra le più conosciute. Il primo a credere in me come regista fu Nils Hartmann oggi a capo delle produzioni originali di Sky, poi la mia prima esperienza più complessa è stata nel 2000 mi venne affidato un intero programma per Mtv, fu una grandissima scuola, quella di Mtv era una realtà meravigliosa che segnò un’epoca e a cui sono molto grato.

Come nasce l’idea per un film?

Per quanto mi riguarda nasce come una piccola ossessione sul piano progettuale. Non credo di avere nulla da svelare al mondo, per cui sicuramente non nasce dalla voglia di dare un messaggio. Mi intriga di più il punto di vista che si può avere su un tema, ecco quello può essere inedito o illuminante, penso che il cinema possa aiutare a “sentire” più che a capire.

Scegliere i collaboratori è una grande responsabilità, cosa ci racconti al riguardo?

Un regista è come un direttore d’orchestra, deve anche saper valorizzare il talento degli altri per cui cerco semplicemente dei collaboratori che abbiano qualcosa di speciale da dare, nel mio caso magari qualcosa che io non ho. E comunque la cosa più bella è quando ci si sceglie a vicenda, questo vale per gli attori ma anche con gli altri autori e ti dirò anche con i produttori, perché oggi sono anche loro che devono avere un talento, quello di rendere fattibili i progetti.

Da poco è uscito il film Weekend con un cast sotto i trent’anni, come mai questa scelta?

Perché nella storia c’è un gruppo di amici che si conosce dai tempi dell’università per trovarsi qualche anno dopo a fronteggiare le colpe del passato. Non era possibile immaginare questo film con attori sopra i trent’anni perché avrei dovuto cambiare cast tra presente e passato, invece con loro è stato fatto un lavoro di trucco e costumi per raccontare le due età sceniche. Purtroppo lo star system italiano tende a premiare gli interpreti con più esperienza, questo fatto ha la controindicazione di non coltivare i giovani talenti. Penso che si debba sempre scommettere sui giovani, in tutti i campi.

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Il regista Riccardo Grandi (Ufficio stampa)

È stato difficile scegliere gli attori?

Sì è stata una ricerca lunga e tortuosa, alla fine i ruoli se li sono presi loro perché si sono distinti durante il provino. Quello è un momento determinante per un attore o un’attrice, entrare in quella stanza e fare in modo che il regista, il casting director e gli altri pensino di trovarsi di fronte il personaggio che hanno immaginato.

BEATRICE MANOCCHIO

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