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Esteri

Cinque diagnosi sbagliate, poi la morte a 27 anni: la storia straziante

Una ragazza di soli 27 anni è morta a causa di una grave forma di cancro: la famiglia rivela che i medici avrebbero ripetutamente errato la diagnosi.

(HarryStueber – Pixabay)

Circa un mese fa, una ragazza di 27 anni è morta a causa di una rara forma di cancro. La famiglia, all’esito del tragico evento, dopo alcune settimane ha raccontato cosa sarebbe accaduto a loro avviso. I parenti della giovane deceduta parlano di ripetuti errori nella diagnosi e soprattutto del fatto che la pandemia da Covid-19 avrebbe rallentato il trattamento della malattia.

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(Richard Revel – Pixabay)

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Si chiama Latifiah Molyneaux King, la 27enne di Leicester, nell’East Midlands, deceduta il 10 febbraio scorso a causa di un sarcoma epitelioide, ossia un raro cancro dei tessuti molli. La tragica vicenda, purtroppo, pare sia stata caratterizzata da ripetuti errori medici e negligenze. O meglio, questo è quanto ha sostenuto la famiglia a più di un mese di distanza dal decesso.

Il calvario di Latifiah, ebbe inizio intorno al mese di giugno, quando incominciò a soffrire di lancinanti dolori agli arti inferiori. Immediatamente rivoltasi a professionisti, riporta la redazione del Daily Mail, da quel momento, la famiglia denuncia l’inizio di una serie di errori a catena. Dapprima la diagnosi di un’infezione da acqua, poi una sciatica. A seguire un linfoma, la tubercolosi ed infine il cancro della pelle.

Solo a distanza di sette mesi, quindi, i medici avrebbero capito trattarsi di un sarcoma epitelioide. Purtroppo, però, troppo tardi tant’è che la giovane si sarebbe spenta ad una settimana dalla giusta diagnosi. Per la famiglia di Latifiah, però, sostiene che a contribuire alla morte della 27enne non siano stati soltanto gli errori medici, ma anche la pandemia che avrebbe rallentato le operazioni di trattamento.

La madre della giovane, Lizzie Molyneaux, ha raccontato tutte le sofferenze patite dalla figlia. Dal dolore alle gambe sino alla comparsa di veri e propri noduli agli arti. Per poi passare alla delusione della figlia ogniqualvolta i medici non riuscivano a darle una risposta.

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(Cezary Paweł – Pixabay)

Sarebbero state, infatti, oltre 20 le chiamate a professionisti in soli sette mesi ed a volte non veniva neppure ricevuta o visitata: le diagnosi avvenivano per telefono. Latifiah lascia i genitori e 13 fratelli, inclusa una sorella gemella di nome Shanika.

M.S.

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