Vaccino: le dosi di Johnson&Johnson arriveranno in Europa verso la metà o addirittura a fine aprile, mentre AstraZeneca annuncia nuovi tagli
La campagna vaccinale sembra proprio essere condannata ad ulteriori ritardi: mentre le dosi della società multinazionale statunitense, Johnson&Johnson, arriveranno verso la metà o addirittura a fine aprile all’UE, AstraZeneca annuncia nuovi ed ulteriori tagli.
Il nuovo piano vaccinale messo in atto dal Commissario straordinario, Francesco Paolo Figliuolo, rischia così di entrare in crisi a causa dell’insorgere di nuove problematiche. La campagna vaccinale prevede l’arrivo in Italia di 2,4 milioni di dose al mese per un totale di 7,3 milioni ma resta il dubbio sul rispetto degli accordi. Una certezza, invece, il ritardo di AstraZeneca che si sperava di colmare nel corso del secondo trimestre.
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Si annunciano nuovi ed estenuanti ritardi sulle dosi previste nel nuovo piano vaccinale del governo Draghi. E così, mentre il Commissario straordinario Figliuolo si prepara a mettere in atto una nuova strategia logistica, il ministro tedesco della Sanità, Jens Spahn, annuncia che le dosi del vaccino di Johnson&Johnson arriveranno non prima della metà o della fine di aprile.
La ragione risiederebbe nelle scelte politiche di Biden: la società multinazionale Johnson&Johnson, infatti, è statunitense ed è possibile che il neo presidente predisponga un maggior numero di dosi da riservare all’intera popolazione americana, per raggiungere una copertura totale entro luglio.
Un altro problema è rappresentato poi dalle difficoltà di AstraZeneca, inerenti le autorizzazioni dell’UE, intervenute nel sito di produzione previsto in Olanda e che avrebbe dovuto affiancare quello belga. E così i 40 milioni di dosi destinati all’Unione europea entro la fine di marzo sarà un obiettivo difficilmente realizzabile, così come quello dei 70 milioni, previsti per la fine di giugno. Il risultato sarà, per l’Italia, un taglio di più di 2 milioni di dosi rispetto ai 10,7 previsti dal nuovo piano vaccinale.
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Intanto, la Commissione Europea valuterà la possibile sospensione dei pagamenti, a causa dei ritardi, almeno fino a quando gli accordi presi non saranno rispettati in toto.