Un ragazzo di soli 14 anni è stato brutalmente picchiato solo per aver bevuto dell’acqua all’interno di un tempio: la ricostruzione della vicenda.
Ha dell’incredibile quanto accaduto a Ghaziabad, nell’Uttar Pradesh, in India. Un ragazzo si soli 14 anni è stato aggredito e brutalmente pestato per essere entrato in un tempio e bevuto dell’acqua. I momenti di panico sarebbero stati ripresi con uno smartphone da una delle due persone ora accusate dei fatti.
Una notizia che ha scosso l’intera comunità per l’efferatezza ed insensatezza del gesto.
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India, ragazzo di 14 anni picchiato in un tempio: aveva chiesto dell’acqua
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“Il principale accusato è stato arrestato poco dopo che l’incidente si è verificato. Qualsiasi persona con comportamenti antisociali verrà severamente punito da parte della polizia” queste le parole di Kalanidhi Naithani, capo della polizia di Ghaziabad.
Stando a quanto riferisce la redazione dell’Indian Express, un ragazzo musulmano di soli 14 anni sarebbe stato vittima di un pestaggio all’interno di un tempio. Il giovane, molto assetato, aveva fatto ingresso nell’edificio per bere dell’acqua. Sarebbe stato proprio all’esito di tale gesto che l’uomo, oggi accusato dell’aggressione, lo avrebbe iniziato a riempire di schiaffi e calci sui genitali.
A riprendere la scena un altro soggetto, anch’egli accusato per concorso con l’esecutore materiale del gesto. Le immagini sarebbero state fatte poi circolare in rete. Proprio a seguito del passaparola, il video sarebbe giunto all’attenzione della polizia che avrebbe identificato i due uomini e li avrebbe arrestati. Il profilo Instagram su cui era stato caricato, inoltre, sarebbe stato chiuso. Su quello stesso account pare ci fossero altri filmati dai contenuti analoghi, immagini di violenza.
Nel video si vede l’aggressore del giovane afferrare per un braccio quest’ultimo e chiedergli le proprie generalità nonché il motivo per cui si era recato nel tempio. Alla risposta del 14enne, ossia che era entrato solo per bere dell’acqua, sarebbero partite le percosse.
All’esterno del tempio, riporta la redazione dell’Indian Express, pare ci sia una scritta che recita: “Questo tempio è un luogo sacro per gli indù, è vietato ai musulmani entrare”. Un uomo che frequenta il tempio ha spiegato che l’accusato, come altri, rimangono a lungo all’interno della struttura per preparare i rituali e gli allestimenti. A suo dire, sembra che il 14enne abbia fatto ingresso nell’edificio nonostante l’iscrizione fosse chiara e vietasse lui espressamente di entrare, in quanto musulmano. Per l’uomo sarebbe questo il motivo per cui sarebbe scoppiata la lite.
Eppure gli inquirenti affermano che il ragazzo aveva in passato, già partecipato ad alcuni lavori nel tempio, e che nessuno avesse mai sporto denuncia contro di lui. La redazione dell’Indian Express , ha raggiunto il padre del ragazzo il quale ha commentato l’accaduto. “Mio figlio si trovava presso la zona del tempio quando avrebbe avvertito sete. Entrato nel tempio, dopo aver bussato e bevuto dell’acqua, sarebbe stato picchiato duramente e umiliato. L’acqua ha una religione? Non credo che esista una religione che neghi l’acqua ad una persona assetata“. Queste le parole dell’uomo, il quale ha aggiunto che prima il tempio era aperto a tutti, è soltanto da poco che le cose erano cambiate.
In chiosa l’uomo ha lanciato un appello: spera che il figlio ottenga giustizia e che non si verifichino mai più atti di questo genere. Soprattutto si augura che altri bambini, come il suo, non vengano picchiati ed attaccati.
Non si è fatta attendere la risposta del comitato di gestione del tempio, il quale ha riferito che si farà carico di tutte le spese legali dell’uomo accusato dell’aggressione. “Si tratta di una cospirazione; quel ragazzo non era solo … La gente della zona – riporta Indian Express- vuole solo scaldare gli animi. Stiamo collaborando con la polizia“.
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L’uomo arrestato, ha proseguito il comitato, è un ingegnere che ha perso il lavoro durante il Covid. Dopo aver visto le attività del tempio ha deciso di aiutare e dare una mano. “È un brav’uomo – ha chiosato il gruppo direttivo- ci assicureremo che sia libero“.