Stamattina ospite di Uno Mattina il regista Enrico Vanzina che ha presentato la sua ultima pubblicazione letteraria ambientata a Milano
Enrico Vanzina è appena stato ospite di Monica Giandotti e Marco Frittella nello studio di Uno Mattina per presentare il suo ultimo giallo ambientato nel capoluogo lombardo, “Una giornata di nebbia a Milano” edito da HarperCollins Italia. I due conduttori lo annunciano con alcune clip video dei suoi film più celebri ed è inevitabile citare però anche suo fratello Carlo, morto tre anni fa a causa di un melanoma.
“È stato un onore lavorare insieme a Carlo, e per rispondere alla domanda di Monica, i film più belli che ho girato con lui sono stati ‘Tre colonne in cronaca’ con Volontè e ‘La partita“, spiega il regista dopo aver visto alcuni spezzoni mandati in diretta in cui compaiono anche Diego Abatantuono e Gigi Proietti. “Vedendo Gigi invece ci tengo a dire che è sempre stato facile collaborare con lui perché era un professionista e amava lavorare con gente di talento che lo potesse ispirare”.
Frittella poi gli chiede se nelle commedie è più facile far ridere che piangere, ma Vanzina gli risponde con una frase di uno scrittore francese, “Speriamo che il mondo resti ridicolo”. “La commedia è una cosa seria – continua – e l’Italia finora ne è stata una dei massimi rappresentati con capolavori ineguagliabili”.
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Il regista romano non è nuovo nella pubblicazione di romanzi ambientati in grandi città, nel 2018 usciva infatti “La sera a Roma”, di poche settimane fa invece il giallo lombardo dal titolo “Una giornata di nebbia a Milano”.
Cosa distingue Roma da Milano, chiede la Giandotti e Vanzina la stupisce con un esempio molto simbolico: “Roma è paragonabile a un rosso Valentino mentre Milano a un grigio Armani. Il capoluogo lombardo nonostante sia il centro nazionale delle public relations, tende a nascondere i suoi sentimenti e la sua identità. La nebbia ha un significato metafisico in tutto ciò”.
Vanzina però prosegue e spiega che la scelta di ambientare il giallo culturale proprio a Milano è dovuto al fatto che vi ha già sceneggiato ben 18 film nella sua carriera e quindi la conosce bene. “Mi dispiace solo che un lettore mi abbia ripreso per un refuso che ho commesso: ho scritto Piazza Cavour invece che via Cavour, mi sono confuso”.
L’ospite racconta anche ai conduttori che gli chiedono che rapporto ha con la scrittura, che è nato per fare questo, anche se poi è passato al cinema per motivi bizzarri, dice ridendo Vanzina. “Ribatto però con la stessa frase che diceva mio zio Marcello Marchesi, ovvero che ‘non ho niente da dire ma lo dico lo stesso‘, così è lo scrittore“.
L’ultima domanda che gli pone Frittella invece verte sull’attuale situazione che stiamo vivendo, in cui cinema e teatri sono chiusi e quindi anche la cultura ne sta soffrendo pesantemente.
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Il regista senza esitazione commenta che il suo maggiore timore è che si possa cadere in una “perdita delle abitudini e in un lockdown dei sentimenti”. Invita tutti a leggere di più, guardare film in tv, dire ti amo e telefonare ad amici e parenti per poter conservare un minimo di normalità che ci è stata brutalmente tolta.