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Musica

Lucio Battisti, il motivo del ritiro dalle scene: cosa accadde

A cinquant’anni dall’addio alle scene di Lucio Battisti si è ancora a caccia della motivazione che ha spinto il cantautore ad un passo tanto importante

Sono passati cinquant’anni da quando uno dei migliori cantautori della storia musicale italiana, Lucio Battisti, ha deciso di abbandonare per sempre le luci del palcoscenico. Una scelta certamente dolorosa che ha privato milioni di ammiratori della grande emozione che la sua voce è sempre riuscita a provocare. In una recente intervista a Repubblica il grande paroliere Mogol, al secolo Giulio Rapetti, ha voluto finalmente raccontare cosa ha spinto Battisti verso l’addio. I due in quegli anni erano riusciti a creare uno straordinario sodalizio artistico che ha permesso al mondo della musica di arricchirsi di brani diventati degni di essere studiati nei libri di scuola. Mogol ha voluto soltanto oggi raccontare le motivazioni dietro ad una decisione tanto importante e sofferta. Una rivelazione che è arrivata dopo ben 22 anni dalla scomparsa di Lucio Battisti avvenute per cause che la famiglia ha da sempre evitato di rendere note.

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La rivelazione di Mogol sull’addio di Lucio Battisti

Mogol (Foto di Getty Images)

Il grande paroliere Mogol ha voluto, dopo mezzo secolo, raccontare finalmente la decisione di Battisti di allontanarsi dalle scene. Una scelta che per anni sembrava non avesse nessuna spiegazione e ha lasciato il pubblico dell’artista ad interrogarsi. A quanto pare il cantautore avrebbe preso la decisione di non esibirsi più perché era stato lo stesso Mogol a chiederglielo. Per trovare una logica in tutto questo bisogna ricordare che quello era il famoso anno del ’68. L’Italia viveva un epoca in cui “o eri un comunista oppure un fascista per questo consigliai a Lucio di ritirarsi per evitare di essere contestato durante i concerti”. Inspiegabilmente infatti in quel periodo si era diffusa la voce che Battisti fosse fascista, una presunta appartenenza politica nata da supposizioni scaturite dai testi immortali che aveva creato il duo Battisti/Mogol.

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Lucio Battisti e Mogol (Foto da Instagram)

“Ci hanno accusato di essere fascisti – ha dichiarato il paroliere – perché nella canzone “La collina dei ciliegi” Lucio nomina i boschi di braccia tese. Una vera follia”. Sarebbe stato quindi il tentativo di non mischiare musica e politica il motivo che ha privato la musica italiana di uno dei suoi protagonisti più poetici.

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