A seguito dei controlli effettuati dai Carabinieri dei Nas in numerosi obitori italiani sarebbero emersi dei quadri sconcertanti: scene dell’orrore.
Continua a crescere il numero dei decessi in Itali a causa del Covid-19. Dall’inizio dell’emergenza ad oggi a sono ben 103.855 le morti causate dal virus. Nessun italiano dimenticherà mai le scene dei camion militari che a Bergamo trasportavano le salme di coloro i quali avevano perso la vita.
Numeri elevatissimi, che hanno spesso fatto emergere criticità all’interno degli obitori a volte in affanno e non in grado di gestire le strutture secondo le norme di legge. Questo quanto sarebbe emerso all’esito di un’intensa attività di indagine svolta dai Carabinieri dei Nas ed il Ministero della Salute su tutto il territorio italiano. I militari dell’Arma avrebbero rilevato che in alcuni obitori, però, il quadro sarebbe stato ancor più che critico.
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Pavimenti ricolmi di liquidi corporei, sangue, sporcizia e bare ammassate. Questo avrebbero scoperto i Nas, riporta la redazione di Leggo, all’esito di esami svolti all’interno di alcuni obitori italiani -sia di ospedali pubblici che di strutture private-. Indagini partite proprio per verificare se all’interno di queste strutture venissero rispettate tutte le norme igieniche.
Sono stati oltre 370 gli obitori analizzati ed in ben 85 di essi sarebbero state rilevate delle irregolarità. Ispezioni che hanno condotto alla denuncia di 23 persone ed al deferimento di ben 78 soggetti ricoprenti ruoli apicali all’interno delle strutture alle autorità competenti.
Un quadro drammatico che coinvolto tutta la Penisola. A Torino, tre persone – tra cui l’amministratore- di una società che gestisce i servizi comunali del cimitero sono state accusate di vilipendio di cadavere, nonché di aver lasciato in un’unità, adibita a capanno, i resti di una persona morta all’inizio degli anni ’90 riesumata e mai più riseppellita.
A Pescara, riporta Leggo invece, in un obitorio di pertinenza dell’Asl locale sarebbero state rilevate numerose violazioni delle norme igienico sanitarie. Sangue e liquidi rinvenuti sul pavimento e fuoriuscenti dalle bare.
In Sicilia, precisamente nel cimitero di Gela i Nas avrebbero rilevato delle violazioni relative alla mancanza del “documento di valutazione rischi” sul possibile contagio da Sars-Cov2 ed anche inosservanza delle misure di prevenzione. Inoltre, pare che i locali ove stazionavano le salme si trovassero in condizioni igieniche precarie. Per non parlare del fatto che oltre 40 feretri si trovavano da un mese in attesa di essere seppelliti.
Male anche in Salento. A Lecce è stata disposta la chiusura di un’agenzia di pompe funebri poiché pare venisse effettuato trasporto di malati, un’attività non ricompresa in quelle concesse all’impresa. Sembra anche che tale agenzia possedesse indebitamente materiale di esclusivo uso medico, riconducibile al complesso ospedaliero della zona. Il titolare sarebbe ora indagato di peculato e ricettazione.
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Nel complesso il maggior numero di irregolarità sarebbero state riscontrate nelle strutture ove stazionavano le salme e nelle camere mortuarie. Carenza del rispetto delle misure igienico-sanitarie e conservazione dei feretri in modo del tutto indecoroso, le violazioni più frequenti.
M.S.
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