Oggi è un altro Giorno, Edoardo Scarpetta racconta il “suo” Carosone

Nel salotto pomeridiano di Serena Bortone c’è Edoardo Scarpetta, giovane attore italiano, che interpreta Carosone in un film che andrà in onda il 18 marzo alle 21.20 su Rai 1.

Eduardo Scarpetta
Eduardo Scarpetta (Getty Images)

Parlare di Carosone con Edoardo Scarpetta significa raccontare due grandi storie italiane e cioè quella di Carosone e quella di Edoardo Scarpetta, un grandissimo commediografo, che era il tuo trisavolo“.

Con queste parole Serena Bortone introduce il suo primo ospite del pomeriggio cioè Eduardo Scarpetta, giovane attore italiano e trisnipote dell’omonimo commediografo napoletano.

TI POTREBBE INTERESSARE ANCHE >>> Oggi è un altro giorno, Gaudiano: “Il mio dolore è stato fortissimo”

Eduardo Scarpetta: “Non soffro per essere ‘figlio di’, loro erano talmente grandi…”

 

Visualizza questo post su Instagram

 

Un post condiviso da Oggi è un altro giorno (@altrogiornorai1)

TI POTREBBE INTERESSARE ANCHE >>> Oggi è un altro giorno, Claudio Gioè: “Quando l’avvocato di Riina disse che ero stato bravo”

Il giovane attore inizia a raccontare dei dettagli molto belli della sua vita e soprattutto della sua famiglia dunque del suo omonimo antenato.

Stiamo parlando del 1858, Eduardo Scarpetta era il padre di Eduardo De Filippo. – racconta il giovane attore – Era un uomo molto vivace ma non sapremo mai certe cose“.

Vi spiego meglio il perché – continua l’attore – i De Filippo erano figli di Edoardo Scarpetta. Non portavano il suo cognome perché lui non li ha concepiti con sua moglie Rosa ma con Luisa, la nipote, e non li ha riconosciuti. Dunque Luisa De Filippo ha dato a questi tre bambini il suo cognome“.

Il giovane attore si è trovato nel salotto pomeridiano di Rai 1 per parlare del film prodotto dalla Rai sul grandissimo Renato Carosone che lui ha interpretato magistralmente. Carosone nacque nel 1920 e la su musica divenne l’inno dell’Italia che usciva dalla guerra.

Io ho avuto una grande emozione nell’interpretare questo grandissimo personaggio della storia – racconta Edoardo Scarpetta – non nascondo che quando ho fatto il provino ho notato la mia somiglianza con Renato Carosone quindi ci speravo tanto. La preparazione che ho fatto però è stata incredibile, mi sono messo a studiare canto e pianoforte

Poi, il giovane attore napoletano continua con il suo racconto di Carosone e della sua prima esperienza con la musica “che fu disastrosa“. “Devi sapere che il primo autografo – racconta – Renato Carosone lo firmò in Africa a un capo tribù per evitare di essere ammazzato. Pensa, Serena, che lui fu il primo italiano a suonare alla Carnagie Hall di New York“.

Ci sono dei momenti nel film – racconta Eduardo Scarpetta – in cui io suono il pianoforte anche se non avevo mai messo le mani su un pianoforte. Mia mamma quando ha visto il film insieme a me ha pianto in diversi punti“.

Poi Serena Bortone racconta della morte di Carosone e come fu innovativo anche nella sua uscita di scena nel 1959, quando lui era all’apice del successo, fece un’ultima apparizione televisiva e salutò il suo pubblico.

Alla domanda della conduttrice sulla sua scelta di diventare un attore, Eduardo Scarpetta risponde: “Ho deciso di fare l’attore all’età di nove anni con mio padre che mi ha iniziato e dunque vivevo tutta quell’atmosfera. Io ho sempre saputo di voler fare l’attore, non ho mai avito un piano B“.

Se vuoi essere sempre informato in tempo reale e sulle nostre notizie di gossip, televisione, musica, spettacolo, cronaca, casi, cronaca nera e tanto altro, seguici sulle nostre pagine Facebook, Instagram e Twitter.

Poi, il giovane attore racconta del suo rapporto con i De Filippo: “Con i De Filippo non ho mai avuto grandi rapporti, solo con Luce De Filippo ci ho parlato qualche volta e addirittura ricordo una volta in camerino lui si lamentava dei suoi tatuaggi, aveva un polipo sulla schiena e ne parlava come errori di gioventù“.

Per me essere chi sono – continua Eduardo Scarpetta – è motivo di grande orgoglio e non ho mai sentito la pressione anche perché li sento così lontani, erano altri tempi. Quando mi viene fatto pesare di essere figlio di io rispondo che non è colpa mia“.

 

Gestione cookie