A distanza di giorni dalla morte del poliziotto Davide Villa, la procura di Catania emette il proprio responso sul vaccino AstraZeneca
Il 7 marzo scorso perdeva la vita Davide Villa, poliziotto catanese che solo 12 giorni prima si era sottoposto al vaccino AstraZeneca. La procura di Catania ha immediatamente avviato un’indagine per approfondire la questione e verificare l’esistenza di un nesso causale fra il farmaco e il decesso.
Il procuratore Carmelo Zuccaro, in una nota, ha dichiarato espressamente che gli eventi sui quali stanno indagando gli inquirenti non rappresenterebbero una testimonianza della pericolosità del vaccino AstraZeneca. Pertanto, allo stato attuale, non c’è ragione di vietare la somministrazione del farmaco, né di ritenere che esso sia la causa della morte di Villa.
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Poliziotto morto a Catania: le indagini sul vaccino AstraZeneca
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Il procuratore Zuccaro, in una nota al fascicolo redatto, ha specificato che Davide Villa, il poliziotto deceduto a distanza di 12 giorni dalla somministrazione di AstraZeneca, “rientrava nelle categorie per le quali è raccomandata la somministrazione di un diverso vaccino“. A prescindere dal quadro clinico del poliziotto, tuttavia, il nesso di causalità fra il farmaco e il decesso non sarebbe in alcun modo confermato.
“Non sussistono fattori genetici predisponenti ad eventi trombotici a carico del Villa“, ha spiegato il procuratore, nonostante l’ultima parola non spetti a lui. Il fatto che la moglie di Villa – giudice operante a Catania – sia direttamente coinvolta nella vicenda ha conseguentemente determinato la presa in carico del fascicolo da parte dei colleghi di Messina.
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Zuccaro ha ribadito ulteriormente le proprie convinzioni, sottolineando che lui stesso e molti altri colleghi di Catania si sono recati in prima persona a ricevere la dose del vaccino incriminato. Le indagini in merito alle “modalità di conservazione e trasporto del lotto“, tuttavia, sono destinate ad andare avanti.