Una banda di criminali, nel pomeriggio di ieri, ha assaltato un convoglio di Polizia uccidendo almeno 13 agenti a colpi d’arma da fuoco.
Strage in Messico, dove almeno 13 poliziotti sono stati assassinati in un attacco armato avvenuto nel primo pomeriggio di ieri. Le vittime sarebbero state prese d’assalto da un gruppo di malviventi che avrebbe aperto il fuoco con armi di grosso calibro da un camion. Dopo quanto accaduto, le autorità messicane hanno avviato le indagini e la caccia ai responsabili dell’attacco che ha sconvolto l’intero Paese. Dalle prime ipotesi formulate dalla polizia pare che i responsabili possano essere legati alla criminalità organizzata dei cartelli della droga.
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Messico, agguato ad un convoglio della Polizia: uccisi almeno 13 poliziotti
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Nel primo pomeriggio di ieri, giovedì 18 marzo, nella zona di Coatepec Harinas, cittadina nello Stato del Messico, si è consumato un attacco contro un convoglio di Polizia. Secondo quanto riporta il quotidiano locale La Jornada, una banda di criminali avrebbe aperto il fuoco con armi di grosso calibro da un camion esplodendo numerosi proiettili. Nelle tre diverse sparatorie, consumatesi a distanza ravvicinata, almeno 13 poliziotti, 8 della Polizia di Stato e 5 agenti ministeriali, hanno perso la vita. Nonostante le vittime indossassero i giubbotti antiproiettile, il numero di colpi esplosi ed il loro calibro non gli ha lasciato scampo.
Subito dopo gli attacchi, un gran numero di agenti di polizia si è recato sul posto per cercare di chiarire i contorni della vicenda e rintracciare i responsabili. È stata avviata, riporta La Jornada, un’operazione di terra e aerea a cui ha preso parte anche l’esercito e la marina messicana. Al momento nessuno ha rivendicato le sparatorie, ma si ipotizza che ad agire possano essere stati delle bande legate al traffico di droga, molto attive nell’area teatro della tragedia. Il convoglio stava proprio pattugliando la zona nell’ambito di un’operazione di contrasto ai cartelli della droga.
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La strage è stata commentata dal Segretario alla Sicurezza, Rodrigo Martínez Celis, e il Procuratore generale, Alejandro Gómez Sánchez, attraverso i canali istituzionali. Celis e Sánchez, riferisce La Jornada, hanno affermato che gli attacchi, definiti come “codardi”, non rimarranno impuniti e le autorità faranno di tutto per assicurare i responsabili alla giustizia.