La raccapricciante esperienza in carcere di un 24enne si trasforma in un vero calvario: dall’isolamento alle condizioni disumane.
La storia raccapricciante di ragazzo di ventiquattro anni, in galera dal 2019 per tentata rapina, scuote l’opinione pubblica. Costretto per mesi ad un calvario nel carcere di Torino, adesso il racconto della drammatica esperienza è stato divulgato pubblicamente dalla famiglia del 24enne. Due anni da scontare diventano gradualmente per il giovane un vero e proprio incubo. Inizialmente sconta la sua pena all’istituto penitenziario di Verbania. Poi il trasferimento nel carcere torinese dopo essere stato sottoposto ad una perizia psichiatrica. Al ragazzo viene diagnosticato il disturbo di personalità borderline.
Venuto a conoscenza della perizia, il papà del ragazzo, si espone per alcune sedute di psicoterapia. Ma la risposta dal carcere è di tutt’altra valenza. Il ragazzo, senza ricevere le cure adeguate alla sua condizione, prova dunque a togliersi la vita. In seguito al gesto estremo verrà subito fatto ricoverare in maniera preventiva nel reparto di psichiatria. Qui inizia la parte peggiore della sua esperienza, invece di restare soltanto qualche giorno in osservazione, il giovane resterà in isolamento ne “la liscia” fino allo scadere della sua pena.
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Concessi i domiciliari però nello corso febbraio iniziano a venire a galla i dettagli della terribile esperienza nel reparto psichiatrico. Il racconto del padre del ragazzo, che ha vissuto l’isolamento senza una reale motivazione ed in una camera spoglia quanto assai lontana dai bisogni umani, è agghiacciante: “é rimasto nudo, con la luce sempre accesa e senza acqua corrente. […] è stato sottoposto a un trattamento disumano. È stato denudato e abbandonato in una cella. Per calmarlo lo hanno imbottito di psicotici. A nulla è servito insistere sul fatto che avesse bisogno di psicoterapia“.
Oltre a tutto questo si aggiungono dei danni fisici riportati dal ragazzo. Si tratta di ustioni dovuti alla troppa vicinanza con il termosifone a causa di una finestra rotta e mai sanata. Senza acqua potabile ed umiliato fino alla fine.
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Fortunatamente adesso il ragazzo è in buone mani e pare che gli incaricati in merito alla questione si stiano apprestando a fare giustizia sul suo caso. L’isolamento infatti di un detenuto secondo la legge, oltre a tutti gli abusi subiti in questo caso, non potrebbe continuare per più di quindici giorni.