Filippo Magnini, campione di Pesaro, classe 1982, considerato uno dei migliori nuotatori di sempre, è pronto per le Olimpiadi di Tokyo 2021 in programma dal 23 luglio all’8 agosto del 2021.
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La storia di Filippo Magini è quella di un grande campione che però ha dovuto subire una dura ingiustizia. Solo con la sua forza di volontà e la voglia di riscatto è riuscito a vincere la battaglia più grande della sua vita.
Nel 2017, infatti, si è dovuto difendere dall’accusa di doping, assolto con formula piena dopo tre anni di lotte giudiziarie.
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Filippo Magini, dalla famiglia alla sua lotta per la verità
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Filippo Magnini ha 39 anni ed è diventato padre della piccola Mia avuta dalla bellissima Giorgia Palmas con la quale, per ben due volte causa pandemia, ha dovuto rinviare le nozze.
“Sono padre da poco tempo – ha detto Filippo Magnini a Serena Bortone – è la cosa più bella che ci potesse capitare a me e Giorgia. Siamo felicissimi e ogni giorno è una scoperta nuova, mi innamoro sempre di più. A cambiare i pannolini è più brava Giorgia ma anche io mi cimento e prendo spunto da lei“.
Intanto, tra un pannolino e l’altro, il grande campione del nuoto italiano si sta preparando alle Olimpiadi di Tokyo che si disputeranno dal 23 luglio all’8 agosto di quest’anno che, a causa dell’emergenza coronavirus, non vedranno la partecipazione del pubblico.
“Nel nuoto – dice Filippo Magnini a Serena Bortone – nessuno al mondo si è mai qualificato all’età di 39 anni dunque sarei il primo al mondo a compiere quest’impresa. Ho deciso di mettermi in gioco proprio per dimostrare a chi mi ha voluto male e ha provato a liberarsi di me che io non mollo. Ovviamente la mia vittoria è già quella di essermi rimesso in vasca“.
“Tu hai subito una grossa ingiustizia – chiede al campione la giornalista – perché sei stato squalificato senza motivo. Poi è stato ammesso che non era giusto, che era stato un errore. Cosa hai provato?“.
“Più che aver ammesso di aver sbagliato – ha risposto Magnini – ho dovuto lottare perché erano molto decisi nella loro accusa nonostante ci fossero le prove. Ma io, come nello sport, ho dimostrato che non mollo mai e anche questa volta ci sono riuscito. Sono stati anni di pianti, di spese economiche assurde e di tanta energia sprecata ma alla fine ho dimostrato che ce l’ho fatta”.
“Anzi, la mia è stata una vittoria schiacciante – continua – forse la più importante di un atleta contro la giustizia sportiva. La mia è stata una vittoria per tutto il mondo dello sport e quando ho avuto la notizia non ho urlato di gioia ma ho tirato un sospiro di sollievo”.
“Sono una atleta che ha nuotato per 27 anni – rivendica il nuotatore – ha fatto quattro olimpiadi, quattro mondiali, 17 titoli europei per me, la mia famiglia e il mio Paese. Quando poi il tuo Paese di punto in bianco prova a volerti infangare a quel punto non capisci neanche il perché“.
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“Le spiegazioni, i motivi, dentro di me penso di averli capiti – confessa Magnini – ma li tengo nel mio cassetto personale. A un certo punto ho capito che non era importante sapere il perché ma bisognava concentrarsi per dimostrare la verità. Ho evitato di perdere energie preziose per persone che non se lo meritano. Devo dire che gli italiani però mi hanno sempre sostenuto, non ero solo“.