Ospiti a Uno Mattina l’attore Massimo Ghini e Luca Manfredi che hanno ricordato il centenario dalla nascita del comico e attore laziale
Intervista doppia davvero molto toccante quella appena avvenuta nello studio di Uno Mattina dove Marco Frittella e Monica Giandotti hanno incontrato l’attore Massimo Ghini e il figlio di Nino Manfredi, Luca. L’occasione è quella di ricordare il centenario della nascita del regista e attore italiano che proprio oggi, il 22 marzo del 1921, nasceva a Castro dei Volsci, Frosinone.
Per ricordarlo stasera su Rai 2 verrà trasmesso per la prima volta in assoluto alle 21.15 il documentario “Uno, nessuno, cento Nino” diretto proprio dal figlio Luca.
Luca racconta ai conduttori com’era suo padre che nell’immaginario comune di molti doveva essere sempre molto divertente in famiglia. Confessa invece che “quando aveva la luna storta a casa era meglio evitarlo per non correre rischi inutili”. Lo ha però assecondato quando ha abbandonato medicina e si è dedicato alla scrittura ed è diventato regista.
Frittella gli chiede quasi subito qual è stato il personaggio che suo padre ha amato di più recitare tra i tanti messi in scena. Luca Manfredi non ha dubbi: “Nino Garofoli di ‘Pane e Cioccolata’! Perché racconta la vita di un immigrato, come fu in precedenza anche mio nonno Giovanni che arrivò in America per fare il minatore e poi vi rimase 34 anni”.
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Presente in studio anche l’attore Massimo Ghini che con Nino ha collaborato in diverse pellicole, come è mostrato nelle clip video trasmesse nel led durante l’intervista. Frittella gli chiede com’era Nino in veste di attore e lui non esita a confessare che “parliamo di un monumento all’italianità nel mondo, tra i nostri attori forse il più americano di tutti per professionalità e maniacalità tecnica”.
Ghini è commosso nel ricordare quello che per lui è stato un mentore nei suoi anni di formazione e di gavetta sul campo. “Lui aveva il fuoco sacro della vocazione”, spiega a Monica Giandotti che vuole sapere se esiste un’alternativa al voler fare l’attore se si è predisposti.
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L’intervista termina con la presentazione del libro di Luca Manfredi, “Un friccico ner core. I 100 volti di mio padre Nino” edito da Rai Libri. Perché questo titolo? Chiede incuriosito Marco Frittella. “Il titolo è un’estrapolazione di un testo di Petrolini che papà portò a Sanremo nel 1970 in quanto ospite” – dice il regista. “Ma vi svelo una cosa, Petrolini con questa espressione intendeva sia una cotta presa in gioventù, ma anche l’angina pectoris che lo aveva colpito e che poi lo stroncò anche in punto di morte“.
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