Attore di teatro, di fiction e di cinema. Oggi ai nostri microfoni Filippo Crotti che racconta le sue esperienze e i suoi prossimi progetti.
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Filippo Crotti è un attore affermato sia sul piccolo che sul grande schermo, si è fatto amare dal pubblico soprattutto per i suoi ruoli nei film polizieschi in tv e al cinema dove con Quo vado?, accanto a Checco Zalone, è stato campione di incassi. Oggi ripercorre insieme a noi la sua carriera, ci racconta alcuni aneddoti e retroscena del set e ci parla dei suoi sogni nel cassetto.
Quando è nata la sua passione per la recitazione?
Sin da piccolo volevo fare il comico. Il mio sogno era fare Zelig. Preparavo sketch comici e studiavo recitazione prima a Milano e poi a Los Angeles.
Se non fosse diventato attore, quale sarebbe stato il suo piano B?
Sinceramente non ho mai avuto modo di pensare ad un piano B perché mi è andata bene quasi fin da subito. Credo comunque che sarei stato nel mondo dello spettacolo magari come regista, autore.
Quale esperienza lavorativa le è rimasta più nel cuore?
Sicuramente gli anni al Cirque du Soleil. Mi hanno cambiato proprio la vita, sia a livello personale che professionale. Un’esperienza incredibile in giro per il mondo facendo 10 spettacoli a settimana davanti a più di 2500 persone a spettacolo. Ho incontrato gente pazzesca, stars di Hollywood, produttori, registi e personaggi super interessanti in giro per il mondo.
Cinema o teatro?
Mi piacciono tutti e due, mi riesce sicuramente meglio il teatro comico, dove ho acquisito più esperienza, ma anche il cinema mi piace.
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Lavorando in una fiction o in una serie tv si instaura un rapporto molto più solido con i colleghi tanto che il set può diventare una grande famiglia. Che ricordi ha e quali sono le principali differenze per un attore di fiction rispetto al cinema?
Assolutamente sì. Far parte di una serie tv con un personaggio fisso è incredibile. Le riprese durano anche 8 mesi e si instaura un bellissimo rapporto con i colleghi. La differenza tra fiction e cinema sta proprio nei tempi. Nella fiction si va più veloci, magari una scena la giro 2 o 3 volte e stop. Mentre al cinema ti danno un po’ più di tempo. Il bello della fiction è che reciti tutti i giorni per tanti mesi, mentre un film, a meno che tu non sia uno dei protagonisti, dura solo poche settimane. Un attore si forma con l’esperienza, quindi stare su un set per molti mesi ti aiuta molto a crescere e capire come funziona il tutto.
Si possono instaurare rapporti di amicizia vera con i colleghi in un ambiente così ‘impegnato’?
Sì certo, però molti meno di quanto uno si possa immaginare appena finisce un lavoro. In quei mesi di riprese si sta bene insieme, si instaurano dei bellissimi rapporti che però finito il film o la fiction per la maggior parte dei casi ci si allontana e ci si sente raramente. Ma è normale, si comincia un nuovo lavoro con nuove persone e così via. Però con alcuni si instaurano dei bei rapporti di amicizia che vanno poi oltre il set.
Che ricordo ha dell’esperienza in ‘Quo vado?’ ?
Quo Vado? è stato il mio primo film a cinema. Arrivavo dopo due stagioni della fiction Squadra Mobile su canale 5. Avevo conosciuto da poco Luca (Checco Zalone) che mi ha proposto quel ruolo. Mi sono divertito tanto ed è stata una bella emozione far parte di quel progetto. Abbiamo instaurato un bel rapporto di amicizia e tutt’ora ci sentiamo. Ho un bellissimo ricordo di quell’esperienza anche perché tutta la produzione era la stessa della mia fiction Squadra Mobile quindi conoscevo già tanta gente e poi Luca è una bravissima persona.
Un aneddoto divertente che vissuto sul set che vuole raccontarci?
Le mie riprese nel film Quo Vado? sono durate 2 settimane. Una settimana in Norvegia e una a Roma. Mi ricordo che una scena che avevo con Checco l’abbiamo girata una quarantina di volte perché o mi veniva da ridere o sbagliavo la battuta, ero andato completamente in palla. Alla fine ce l’ho fatta. Quante risate!
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Cosa le piacerebbe realizzare? Qual è il suo sogno?
Ho realizzato tantissimi sogni fino ad ora. Non avrei mai creduto di fare quello che ho fatto. Ora sto lavorando anche come produttore, ho già prodotto due mie serie comiche per Mediaset: Sbirranza e My Name is Pippo. Ora ne sto preparando un’altra per il mercato internazionale. Il mio sogno è quello di riuscire a venderla in tutto il mondo.