Il Ministero della Salute, nella giornata di oggi giovedì 25 marzo, ha comunicato i numeri dell’epidemia da coronavirus in Italia tramite bollettino.
Pubblicato il consueto bollettino relativo all’epidemia da Covid-19 diffusasi in Italia. Stando ai dati del Ministero della Salute, i casi di contagio complessivi sono saliti a 3.464.543 con un incremento di 23.696 unità rispetto a ieri. Salgono ancora i soggetti attualmente positivi che ad oggi ammontano a 562.856 (+1.548), così come i pazienti ricoverati nei reparti di terapia intensiva che risultano essere 3.620 (+32). Il numero dei guariti dall’inizio dell’emergenza è pari a 2.794.888, ossia 21.673 unità in più rispetto a ieri. Si aggrava il bilancio delle vittime con 460 decessi registrati nelle ultime 24 ore che hanno portato il totale a 106.799.
La Regione Emilia Romagna, si legge nelle note, ha segnalato l’eliminazione di 13 casi, positivi a test antigenico ma non confermati da tampone molecolare. Per la stessa ragione la Provincia Autonoma di Bolzano ha sottratto 2 casi.
Il Ministero della Salute ha pubblicato nella giornata di ieri il consueto bollettino giornaliero relativo all’epidemia da Covid-19. Stando ai dati, i casi di contagio erano saliti a 3.440.862. Tornavano in aumento i soggetti attualmente positivi che ammontavano a 561.308, come i pazienti ricoverati nei reparti di terapia intensiva: 3.588 in totale. I guariti dall’inizio dell’emergenza erano 2.773.215. Il bilancio totale delle vittime saliva a 106.339.
La Regione Emilia Romagna, si leggeva nelle note, eliminava 20 casi, positivi a test antigenico ma non confermati da tampone molecolare. Per la stessa ragione, la Provincia Autonoma di Bolzano sottraeva 1 caso.
PER APPROFONDIRE LEGGI QUI —> Coronavirus, il bollettino del 24 marzo: 21.267 casi e 460 decessi
Aggiornato martedì lo stato dell’epidemia da Covid-19 nel nostro Paese. Stando al bollettino del Ministero della Salute, i casi di contagio erano saliti a 3.419.616. Ancora in calo i soggetti attualmente positivi che ammontavano a 560.654. Continuavano a salire invece, i ricoveri nei reparti di terapia intensiva: 3.546 erano i pazienti in totale. Il numero dei guariti era giunto a 2.753.083. Si aggravava ancora il bilancio delle vittime dall’inizio dell’emergenza per un totale di 105.879.
La Regione Emilia Romagna, si leggeva nelle note, comunicava l’eliminazione di 26 casi dei giorni precedenti, in quanto positivi a test antigenico ma non confermati da tampone molecolare.
PER APPROFONDIRE LEGGI QUI —> Covid-19, il bollettino del 23 marzo: 18.765 nuovi casi di contagio e 551 vittime
Mancano ancora molti giorni prima che scada il Dpcm attualmente in vigore e soprattutto alla Pasqua. Eppure il Governo starebbe già pensando alle misure da attuare dopo il 6 aprile. La cosa non stupisce, considerando che giocare d’anticipo è stata una delle prerogative del Premier Draghi. Nel corso del suo discorso di insediamento aveva fatto presente agli italiani come non si sarebbe mai più verificata la circostanza per la quale, di nuove misure si sarebbe parlato a ridosso delle date di scadenza.
Proprio mantenendo fede a tale proposito, il Presidente del Consiglio nella giornata di ieri ha avuto un incontro con il Cts alla presenza del Ministro della Salute Roberto Speranza. Il vertice ha discusso di tutte quelle che potrebbero essere le strategie da porre in campo a partire da dopo Pasqua.
Con ogni probabilità, si pensa che la stretta sulle chiusure non verrà allentata, quantomeno per la settimana che immediatamente segue il 6 aprile. Diversamente, però, a quanto sino ad ora preventivato è possibile che anche in zona rossa riapriranno le scuole. Dopo un primo monitoraggio, se i dati dovessero mostrarsi clementi, potrebbe compiersi un netto passo in avanti.
“Se la situazione epidemiologica lo consentirà riapriremo la scuola in primis e almeno le scuole primarie e dell’infanzia anche nelle zone rosse allo scadere delle attuali restrizioni, e quindi speriamo subito dopo Pasqua” ha affermato Draghi. Un modo questo per aiutare le famiglie, che necessitano delle strutture scolastiche per non lasciare soli i propri figli dovendo proseguire con le attività lavorative.
PER APPROFONDIRE LEGGI QUI —> Dpcm Draghi: si lavora a un possibile scenario dopo Pasqua
Sull’affidabilità del vaccino AstraZeneca e sulla sua sicurezza non vi sarebbero dubbi. Questo quanto stabilito dall’Ema investito della questione da numerosi paesi europei che avevano sospeso le somministrazioni a seguito di alcuni decessi sospetti.
Eppure la polemica contro il siero svedese non ha accennato a placarsi, né tantomeno è venuta meno la diffidenza da parte dei cittadini. Un atteggiamento che ha comportato un calo radicale delle vaccinazioni, rallentando la campagna di immunizzazione.
Alle innumerevoli notizie in negativo che vedono coinvolte AstraZeneca (si vedano i 29 milioni di dosi che pare fossero a pronti a lasciare l’UE nonostante gli accordi), la morte di un giovane studente di medicina registratasi a Nantes, in Francia.
PER APPROFONDIRE LEGGI QUI —> Vaccino AstraZeneca: morto studente di medicina 10 giorni dopo
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Il ragazzo sarebbe deceduto 10 giorni dopo il vaccino. Dovranno essere disposti ulteriori esami per comprendere se sussiste una correlazione con la somministrazione. Tuttavia stando alle prime notizie pare che il giovane sia stato colpito da una serie di emorragie interne causate da trombosi.
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