Il Covid non smette di far tremare l’Italia dopo l’individuazione in Val D’Aosta della temibile variante nigeriana
Il Covid continua a tenere nella sua morsa l’intera Italia e non solo. Ora che sembra si stia avvicinando la fine del tunnel con la somministrazione dei vaccini a partire dalle fasce d’età più deboli a far preoccupare i tecnici è una nuova mutazione del virus. È stata infatti individuata in un uomo residente in Val D’Aosta la cosiddetta variante nigeriana dopo un primo caso registrato a Brescia ad inizio marzo. A far preoccupare gli esperti sarebbe la possibilità che questa nuova evoluzione del coronavirus possa essere resistente ai vaccini finora realizzati. Ad essere contagiato sarebbe un uomo adulto residente in Val d’Ayas in un comune poco distante da Aosta. Ad accertare il fatto che ci si trovi in presenza della variante nigeriana del virus il soggetto è stato il laboratorio dell’Istituto Zooprofilattico di Torino. Al momento l’uomo si sa che l’uomo sta seguendo un isolamento domiciliare e che si è già attivato il meccanismo di individuazione dei suoi contatti più stretti da sottoporre e quarantena.
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La paura della variante nigeriana del Covid
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L’incubo in cui il Covid ha gettato l’intero pianeta ormai da più di un anno sembra non avere intenzione di lasciarci risvegliare. Ad aumentare le preoccupazioni dei medici sono infatti arrivate le fisiologiche evoluzioni del virus. Con la campagna di vaccinazione che, almeno in Italia, ancora stenta a decollare la presenza di varianti, come quella nigeriana, non può non provocare sconforto. Come se ciò non bastasse sui vaccini che si stanno somministrando nelle ultime settimane inoltre si sono abbattute le paure di tantissime persone. A spaventarle i possibili effetti collaterali provocati dal vaccino che hanno spinto in molti addirittura a rifiutarne l’inoculazione. Il compito delle autorità sanitarie in questi giorni è quello non solo quindi di tranquillizzare la popolazione sui vaccini ma anche di accertarne l’efficacia proprio sulle varianti.
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In particolare, a questo riguardo si stanno effettuando analisi su quella nigeriana che sembra essere particolarmente aggressiva. Lo scopo dei ricercatori è quello di capire se i vaccini finora prodotti possano essere validi anche su questa ennesima mutazione del coronavirus.