Mentre le condizioni di salute di Navalny si aggravano, è morto il secondo medico che lo curò dopo l’avvelenamento da Novichok.
Il capo del dipartimento di ortopedia e traumatologia dell’ospedale russo, il dottor Rustam Aghishev, è morto. Ad annunciare la notizia è l’ospedale di emergenza n.1 di Omsk: la dichiarazione riporta che “il medico è deceduto lo scorso venerdì (26 marzo)” presso la struttura dove la scorsa estate – precisamente il 20 agosto 2020 – era stato curato Alexei Navalny per intossicazione dell’agente nervino Novichok.
La sua morte ha lasciato numerose perplessità perché la notizia della sua scomparsa arriva poco dopo l’improvvisa scomparsa di Sergey Maximishin, il primo medico che salvò Navalny dall’intossicazione da agente nervino.
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Sergey Maximishin, 55 anni, si era spento giovedì 4 febbraio a causa di un improvviso “attacco di cuore.” Ad annunciarlo è stato il portavoce del Ministero della Salute russo; la notizia ha trovato poi conferma anche nei rapporti dell’ospedale di Omsk, dove il vice capo medico specializzato in anestesia e rianimazione esercitava la sua professione. Maximishin non ha mai riferito informazioni o tenuto conferenze stampa sul ricovero di Navalny.
Dopo Sergey, lo scorso venerdì è scomparso anche Rustam Aghishev. Secondo quanto riportano le fonti mediche, nel dicembre dello scorso anno, il medico ha subito un ictus e da quel momento non è stato in grado di vincere la malattia: nelle dichiarazioni ufficiali non c’è alcun riferimento a potenziali “giochi scorretti” come causa principale del decesso.
Il ricovero del nemico numero uno del Cremlino è stato reso pubblico, sotto il consenso dello stesso Navalny, a fine dell’anno scorso dalla rivista scientifica americana The Lancet.
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Il paper intitolato “Avvelenamento da agente Novichok” riportava il report dell’ospedale berlinese di Charité, dove il dissidente politico russo ha ricevuto le cure contro la neurotossina.
Fonte Rferl
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