Denise Pipitone, la criminologa Bruzzone: “Vale la pena verificare”

Un clamoroso colpo di scena a Chi l’ha visto sul caso di Denise Pipitone, la bambina di soli 4 anni scomparsa il primo settembre 2004 a Mazzara del Vallo in provincia di Trapani.

Denise Pipitone parla avvocato famiglia
Denise Pipitone (screenshot Rai3)

Una telespettatrice della televisione russa ha sentito l’appello di questa ragazza che somiglia molto a Piera Maggio e che racconta di essere stata rapita e ritrovata in un campo nel 2005.

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L’intervista alla criminologa Roberta Bruzzone

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“Sull’attendibilità generale dico che conviene fare una verifica – dichiara la criminologa Bruzzone -. Sono assolutamente convinta che almeno il test del Dna venga fatto perché una certa somiglianza fisica con Piera c’è. La storia di questa ragazzina è particolarmente simile a quella di Denise. Io penso che sia una possibilità che va percorsa. Speriamo in tempi brevi“.

L’avvocato che già era andato in Russia a fronte di altre segnalazioni. In queste ore la pista russa viene ritenuta più attendibile di altre. “All’epoca dei fatti – dice la Bruzzone – si ipotizzò che la bambina fosse stata rapita e poi ceduta a soggetti dediti a nomadismo e che provenivano dall’est Europa. L’ipotesi inizialmente era quella di sottrarla definitivamente a Piera“.

Sarebbe una notizia clamorosa, la prova del Dna accerterà se questa ragazza è Denise Pipitone. In questa vicenda i colpi di scena non sono mancati, da quel giorno in cui Denise giocava con i cuginetti e poi svanì nel nulla. Aveva solo quattro anni.

Tutti noi abbiamo provato sgomento per questa vicenda familiare così drammatica. Poi c’è Piera Maggio, una madre eroina che non ha mai mollato e che ha sempre creduto che la figlia un giorno o l’altro sarebbe stata ritrovata.

Io penso – dice Roberta Bruzzone – che è un po’ difficile organizzare un sequestro di persona così straordinariamente mirato perché la bimba era attentamente sorvegliata dalla nonna. La condizione del rapitore è troppo favorevole per non pensare che ci sia un’organizzazione precisa dietro questa vicenda quindi che l’obiettivo dell’attacco fosse Piera, e dunque il desiderio di punirla in virtù di uno scenario familiare complesso”.

“Questa – continua la Bruzzone – è sempre stata l’ipotesi che ho privilegiato temendo anche il peggio e cioè che la parte terminale di questo disegno non fosse la cessione della bimba ma quello peggiore cioè della morte. Non c’è mai stato riscontro ma sappiamo che di sequestro si è trattato perciò il rapimento con lo scopo di farla sparire dall’Italia è quello più compatibile“.

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Ma quanto tempo ci vorrà per avere l’esame del Dna e per capire se questa è una pista attendibile. Secondo la criminologa Roberta Bruzzone ci vorranno i tempi tecnici per attivare una collaborazione con le autorità locali. “Chiaramente – prosegue la Bruzzone – la ragazza dovrà rendersi disponibile per l’accertamento che è molto rapido. I tempi tecnici sono molto rapidi“.

 

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