Ore di paura ieri a Washington per un nuovo attacco a Capitol Hill. Adesso grazie ai profili social emerge l’identikit completo di Noah Green, l’aggressore islamista
Tre mesi dopo l’assedio del Congresso statunitense, torna la paura a Washington. Ieri un nuovo attacco a Capitol Hill: un’automobile si è schiantata intenzionalmente contro le barriere di protezione che transennano l’area. Il veicolo, una Nissan Altima, ha travolto due agenti di pattuglia della Us Capitol Police. Dopo l’impatto, il guidatore è uscito dalla macchina brandendo un coltello, pronto ad attaccare i poliziotti, ma gli agenti hanno aperto il fuoco uccidendolo.
I due agenti investiti e l’aggressore sono stati portati in ospedale. Uno dei poliziotti, William “Billy” Evans, e l’attentatore sono deceduti dopo il ricovero. Invece è in condizioni stabili e non in pericolo di vita il secondo agente travolto dall’auto. Il responsabile dell’attacco è stato identificato come Noah Green, un 25enne statunitense, proveniente dallo stato dell’Indiana.
Ma chi era davvero Green? Perché ha pianificato questo attacco? La polizia sta passando al setaccio i suoi profili social, per ricostruire l’identikit dell’aggressore.
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Dall’analisi dei profili social appartenenti a Noah Green emergono molti elementi disturbanti e tantissimi campanelli d’allarme. Poche ore prima dell’attacco perpetrato al Congresso, il giovane di colore, che nel 2019 aveva conseguito una laurea in finanza alla Cristopher Newport University, in Virginia, aveva affermato sul web “il governo statunitense è il nemico numero uno per la comunità afroamericana”.
Sulle sue pagine Facebook e Instagram il ragazzo aveva più volte dichiarato di temere sia l’Fbi che la Cia. Credeva anche di essere nel mirino del governo federale che – sosteneva Green – voleva ottenere il controllo della sua mente. E ciò fa dedurre che il 25enne probabilmente soffriva di disturbi mentali e manie di persecuzione.
E non è tutto. In più occasioni si era dichiarato ammiratore e seguace di Louis Farrakhan, religioso statunitense di 87 anni, leader della Nation of Islam, istituzione islamista oltranzista. Farrakhan è noto per le polemiche sui suoi discorsi contro donne, omosessuali, ebrei e minoranze. E Green supportava Nation of Islam con donazioni e diffondendone i video. Per questo Facebook ha cancellato il profilo di Green nelle ultime ore.
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Noah Green descriveva Farrakhan come il suo padre spirituale. “Il Ministro – aveva scritto sui social il 25enne – è qui per salvare me e il resto dell’umanità, anche se questo vuol dire affrontare la morte”.
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