Tutta la verità sul rapporto tra lui e Spalletti dopo la tanto acclamata serie televisiva dedicata a Francesco Totti: “Speravo de morì prima”.
L’ex capitano della A.S. Roma, Francesco Totti, e Luciano Spalletti si incontrano per la prima volta nel 2005, quando all’allenatore viene affidata la gestione della squadra guidandola, dopo lo scudetto del 2001, verso altrettanto importanti vittorie. Fin da subito entrambi confidano nella professionalità dell’altro. Una complicità impossibile da nascondere, soprattutto in vista dei risultati ottenuti sul campo. Il loro rapporto subisce però una notevole incrinatura a distanza pressoché di dieci anni da quel momento fiorente.
In seguito all’allontanamento del mister dalla società avvenuto nel 2009, e pedissequamente al suo ritorno nel 2016, la situazione d’amicizia cambia drasticamente. E, il ricordo del premuroso Spalletti, come è anche raccontato nella da subito amatissima serie televisiva attualmente in onda su Sky, “Speravo de morì prima”, sembra essere ormai svanito nel nulla.
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“Speravo de morì prima”, il litigio negli spogliatoi: Spalletti cambia faccia
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Quella premura di Luciano, che alla vigilia dei mondiali del 2006 sostenne Francesco con vigore ogni sera nella sua stanza d’ospedale esplorando tattiche su tattiche, si trasformò definitamente in un astio celato e senza precedenti verso il numero 10 della Roma. Tutto ebbe inizio con il celebre litigio avvenuto tra i due negli spogliatoi di Trigoria. L’inatteso contropiede di Spalletti sancì definitamente la fine dei loro rapporti d’amicizia. “L’altra volta ti ho permesso tutto, Francesco, ora non più. Devi correre come gli altri, anche se ti chiami Totti“, intervenne l’allenatore criticando aspramente la condotta del giocatore.
Lo scontro poi si riaccenderà in seguito al pareggio con l’Atalanta. “Basta, hai rotto le p**e, pretendi ancora di comandare e invece te ne dovresti andare”. Quel duro intervento di Spalletti davanti ai membri della squadra fu subito mortificante e i due rischiarono anche di arrivare alle mani.
Lo stesso Spalletti più volte sottolineerà in seduta stampa come il “bene” della Roma debba essere l’obiettivo principale, alludendo palesemente alle differenti priorità di Francesco all’epoca.
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Peccato che Totti fu sempre devoto alla maglia giallorossa. E dopo la conclusiva frase: “Tu ormai sei come gli altri. Dimenticati di essere insostituibile“, anche Ilary si ritrovò a prendere duramente le difese del capitano. Dunque, l’ultima stagione di Francesco alla Roma fu una lunga serie di ingiustizie gratuite, firmate dal mister quanto da alcuni esponenti della società.