Dal 2019 sono stati esposti i dati sensibili di 533 milioni di utenti di Facebook. Coinvolti anche 35 milioni di italiani. Ecco come limitare i rischi sui social
I dati più sensibili e personali di milioni di utenti di Facebook sono finiti in Rete. A partire dal 2019, è stata violata la privacy di circa 533 milioni di iscritti al social network, provenienti da 100 nazioni. Fra loro ci sono anche 35 milioni di italiani: un numero altissimo, che comprende la quasi totalità di utenti del nostro Paese.
Elementi come data di nascita, indirizzi di posta elettronica e numeri di telefono hanno finito per diventare (quasi) di pubblico dominio. Due anni fa è stato un sito di hacker a pubblicare questi contenuti, dopo aver aggirato i controlli di sicurezza di Facebook. E il sito aveva provato a rimediare.
Nel 2019 il social network, che in Europa ha la sua sede principale in Irlanda, aveva avvertito il Garante irlandese per la privacy, che sta lavorando per risolvere il caso. Anche l’Autorità italiana responsabile sarebbe impegnata a limitare i rischi. Ma a quanto pare il database contenente i dati rubati sarebbe ancora online.
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Il problema era riemerso già a gennaio 2021, quando sull’app di Telegram, dedicata alla messaggistica istantanea, risultava possibile ottenere a pagamento il numero di telefono di un utente Facebook. Per scoprirlo bastava essere a conoscenza del codice identificativo Facebook ID, che compare su ogni profilo del social. E si poteva anche procedere all’inverso, cioé risalire al profilo di un utente, conoscendone il numero di telefono.
Da Facebook dichiarano che “il problema fu individuato e risolto nel 2019”. Tuttavia diversi controlli informatici hanno rilevato che in realtà i dati sono ancora fruibili. L’esperto di cybersicurezza Riccardo Meggiato ha spiegato al Corriere della Sera: “È la conferma della grande quantità di informazioni in possesso di queste piattaforme e di quanto è difficile tenerle sotto controllo”. Il rischio principale è che incrociando i dati, i malintenzionati possano scoprire per esempio anche l’indirizzo di casa.
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Allora come limitare i rischi sui social? L’esperto consiglia, se possibile, di non usare più il numero di telefono associato a Facebook, perché potrebbe essere clonato. Attenzione poi al phishing, la tattica di mandare messaggi o email ingannevoli, che celano delle truffe. Soprattutto i più anziani rischiano di cliccare su link corrotti o di essere dirottati su siti terzi, con l’intento di estorcere pagamenti.
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