Intervista esclusiva a Oliviero Malaspina, il cantautore ha raccontato a Yeslife alcuni momenti salienti della sua carriera
Oliviero Malaspina è un cantautore, scrittore e poeta italiano. Classe 1966, molti lo conoscono per aver aperto i concerti di Fabrizio De Andrè e soprattutto per il suo stile musicale autentico.
Un artista a trecentosessanta gradi, Oliviero ha fatto delle sue passioni un lavoro e uno stile di vita. E noi siamo qui a raccontarvi ciò che ci ha rivelato in un’intervista.
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Oliviero cantautore e scrittore, cosa ti affascina di più?
Oliviero Malaspina musicista e scrittore sono una cosa unica. Il fascino sta negli stili e negli stimoli che musica e scrittura danno. E in quello che poi si riesce a trasmettere. Sono due fascinazioni che cambiano per tecnica e densità sintattica e semantica.
Dalla musica alla poesia, c’è un filo conduttore?
Già nell’ antica Grecia la poesia veniva cantata dagli aedi. Col tempo cambiando le metriche la poesia ha raggiunto una musicalità intrinseca che non ha bisogno di una sovrastruttura musicale. Gli esperimenti di poesia contemporanea cantata hanno prodotto risultati mediocri.
Hai aperto i concerti di De Andrè, cosa ricordi di quell’esperienza?
Aprire i concerti di De André è stata una esperienza fantastica. Da molti anni Fabrizio non aveva un opener. Lavorando insieme già da anni io non ero in locandina. Lui voleva vedere l’effetto sorpresa e la reazione del pubblico, avendo investito molto su di me.
Oltre che una collaborazione tra voi c’è stata una grande amicizia, cosa ti porti dietro da quel rapporto?
Mi porto dentro un tesoro immenso di emozioni e di umanità. Fabrizio è una delle poche persone che mi ha capito nel profondo. Oltre il lato artistico. È stata una storia indimenticabile. Indelebile.
Come descriveresti la tua musica?
È il pubblico, l’ascoltatore che deve decidere, in base a come viene proposto il mio lavoro artigianale. Io ci metto un po’ di esperienza e molta emozione. Ecco vorrei arrivasse quello. Non necessariamente nuovo. Obbligatoriamente bello.
Cosa consiglieresti a qualcuno alle prime armi che vuole entrare a fare parte di questo mondo?
Sono sincero. Devo capirlo ancora anche io. Senza dubbio una cosa: studiare molto e non puntare ad un successo effimero.
Che cos’è per te la musica?
Per me la musica è linfa vitale. Ma anche psicologia sociologia politica ed economia. Non deve passare l’idea che sia un accessorio gratuito. Dietro un disco o un concerto c’è tanto lavoro. Tanta gente indispensabile. Cosa farei se nessuno approntasse strutture ad iniziare da un filo?
L’arte in un certo senso da un anno è ferma, cosa pensi al riguardo?
Penso ad un grosso problema. Proprio perché si ha l’impressione che la musica sia gratis e accessoria, sia gli artisti che le manovalanze sono considerati una sottocategoria. Questo mi fa infuriare. Paghiamo contributi iscrizioni e tasse.
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