AstraZeneca annuncia nuovi ritardi e nuovi tagli nelle forniture. Continuano i dubbi sul vaccino anglo-svedese; si attendono le decisioni dell’Ema
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La campagna vaccinale italiana continua, purtroppo, a procedere a rilento: il piano preannunciato dal governo, circa l’obiettivo di vaccinare 500 mila persone al giorno, è ben lontano dal poter essere raggiunto, considerati i ritmi delle somministrazioni dei giorni scorsi e il numero di dosi che arriveranno durante il mese di aprile.
La situazione si è arenata anche per le vicissitudini che hanno riguardato il farmaco di AstraZeneca: ritardi, tagli nelle forniture e disdette nelle prenotazioni non fanno che generare confusione e perplessità sul successo della campagna vaccinale italiana. Per domani, comunque, si attende il responso dell’Ema sul caso AstraZeneca.
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Mentre la campagna vaccinale in Italia prosegue a stento, le regioni attendono per oggi la distribuzione di 1,5 milioni di dosi Pfizer. Il mese corrente sarà decisivo per la somministrazione del vaccino sugli over 70: sei milioni su otto delle dosi previste ad aprile saranno proprio Pfizer.
Intanto AstraZeneca annuncia nuovi tagli nelle forniture mentre aumentano le disdette di prenotazione: a Napoli sono state centinaia le persone che si sono rivolte al centro vaccinale per un cambio con il vaccino Pfizer, e ciò ha determinato un rallentamento nelle somministrazioni. Anche a Cagliari si è verificata una situazione analoga, qui è stato il 20-30% degli insegnanti prenotati a non presentarsi all’appuntamento.
A lamentare la situazione dei tagli anche il Lazio che non vedrà pervenire il 50% circa delle dosi del vaccino anglo-svedese previste per il prossimo 14 aprile. La sospensione del farmaco, dell’Università di Oxford, dalla sperimentazione sui bambini si aggiunge ai sospetti su una possibile correlazione del vaccino con gli episodi di trombosi registrati. Su questo, è attesa per domani la decisione dell’Ema.
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Nel frattempo, i numeri raggiunti nella penisola sono ancora lontani dagli obiettivi annunciati. Attualmente, è stato somministrato il 54% delle dosi di AstraZeneca, mentre per Moderna la percentuale giunge appena al 50%. Pfizer tocca, invece, una percentuale del 96%. Nel complesso, su 14.136.480 dosi pervenute, ne sono state somministrate 11.252.066, pari a circa l’80%.