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Covid 19

Vaccino: il Ministero della Salute sulla seconda dose AstraZeneca

Dopo la conclusione dell’Ema, il Ministero della Salute si pronuncia su quanti attendono la seconda dose di AstraZeneca  

(Getty Images)

Il responso dell’Ema sulla possibile correlazione del vaccino di AstraZeneca e gli episodi di trombosi registrati hanno fatto sì che il Ministero della Salute si pronunciasse sul da farsi. Il farmaco dell’azienda anglo-svedese sarà consigliato solo agli over 60.

Per quanto riguarda coloro che, dopo la prima iniezione del vaccino, attendono la seconda dose, il Ministero ha invece dato il via libera al Vaxzevria così da poter completare la copertura. Si tratta di un milione e duecentomila persone circa ed attendono la seconda iniezione per maggio.

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Vaccino: via libera al Vaxzevria per la seconda dose

(Getty Images)

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Dopo una fremente attesa, arriva dall’Ema la conclusione sul vaccino di AstraZeneca e, con essa, le decisioni in merito da parte del Ministero della Salute. Poiché non si può escludere un nesso “plausibile”, per quanto “non dimostrato”, tra il farmaco e gli episodi di trombosi- dichiara il presidente del Consiglio superiore della Sanità, Franco Locatelli – è raccomandabile destinare questo vaccino agli over 60.

Gli episodi registrati, infatti, sarebbero maggiormente frequenti in soggetti sotto i 60 anni, con complicanze anche gravi. Tuttavia, le stesse si riscontrerebbero solo nell’arco di due settimane dalla prima dose, mentre per quanto riguarda la seconda i numeri sarebbero troppo “bassi” per poter trarre “conclusioni”.

Il vaccino – spiega Locatelli – resta pur sempre un buon farmaco “nel prevenire sia l’ospedalizzazione che la morte nella popolazione anziana” e poiché “i vantaggi derivanti dalla vaccinazione” sarebbero superiori ai “potenziali rischi, molto rari”, il vaccino continuerà ad essere utilizzato in quanto considerato “assai utile per proteggere dal rischio di sviluppare una patologia grave”.

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(Getty Images)

Quanto ai soggetti in attesa del richiamo, al momento potranno ricevere anche la seconda dose, ma non si esclude – secondo Giorgio Palù, dell’Aifa – la possibilità “di valutare se chi ha già fatto la prima dose può avere il richiamo con un preparato diverso”. Il richiamo, infatti, può essere somministrato nell’arco di tre mesi, periodo che permetterà di analizzare ulteriormente la questione.

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