Denise Pipitone. Dopo la fine della speranza di rivedere la piccola scomparsa nel volto di Olesya Rostova, arrivano le parole di chi è convinto di averla vista in passato a Milano
L’Italia stretta tutta in un abbraccio intorno a Piera Maggio e Piero Pulizzi, i genitori della piccola Denise Pipitone, scomparsa il 1° settembre 2004 da Mazara del Vallo e di cui si sono perse completamente le tracce.
Diciassette lunghi anni di ricerche, di dolore, di domande senza risposta che oggi ritornano a farsi più prepotenti che mai. Se Denise non è Olesya Rostova, la ragazza russa che si è fatta avanti alla ricerca della propria famiglia, dove si trova adesso? Chi l’ha strappata alle carezze e ai baci della sua mamma?
Nel corso degli anni sono state percorse varie strade a cominciare dall’ipotesi di una vendetta familiare. Denise Pipitone infatti è nata da un rapporto extraconiugale. La figlia maggiore e l’ex moglie di Piero Pulizzi (Jessica e Anna Corona) hanno ricevuto l’assoluzione della Corte di Cassazione nel 2017.
La speranza di poter ritrovare la piccola in vita non è mai vacillata nel cuore della madre, Piera Maggio. A sostegno di tale tesi sono giunte in passato parole di chi è convinto che si trovasse molto lontano da casa sua in Sicilia. Un uomo è sicuro di averla vista a Milano
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Tramite un’intervista a Pomeriggio 5, programma delle reti Mediaset condotto da Barbara D’Urso, è intervenuto un uomo convinto di aver visto la piccola Denise a Milano, ben 17 anni fa, poco dopo la sua scomparsa.
Si chiama Felice Grieco e all’epoca dei fatti faceva il vigilante nel capoluogo lombardo. “L’ho vista incappucciata” – ha detto. “Era un lunedì, circa un mese dopo il rapimento. Il direttore della banca dove stavo lavorando mi disse di far allontare un bambino che suonava la fisarmonica proprio di fronte l’ingresso dell’ufficio”. La guardia giurata continua il racconto sostenendo di aver seguito per un po’ il piccolo e di averlo visto in compagnia di un gruppo rom. In mezzo a loro c’era anche una bambina. La notò subito perchè era incappucciata e troppo coperta per le temperature alte di quel particolare giorno.
“Ho immediatamente pensato che potesse essere Denise e ho chiamato mia moglie” – ha proseguito Felice Grieco – “La chiamavano Danas. Le ho pure parlato, le ho chiesto se volesse qualcosa da mangiare. Mi ha risposto ‘la pizza’. Era l’unica che parlava in italiano, gli altri no. Poi sono andati via, mi è stata negata l’autorità di bloccarli”.
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Grieco racconta di essere andato con le forze dell’ordine nei campi rom in un secondo momento a cercare la bambina ma di lei si sono perse nuovamente le tracce.
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