L’accusato è stato condannato giovedì (8 aprile) per aver violentato ripetutamente una sua alunna.
L’ennesimo episodio di abuso su minori. Questa volta a Tahiti, nella più grande isola della Polinesia Francese. La giovane vittima aveva solo 11 anni quando è stata violentata per la prima volta dal suo maestro di scuola elementare. Secondo quanto riportano i notiziari, i deplorevoli atti si sono svolti tutti all’interno della classe: l’insegnante ha violentato l’alunna proprio nell’edificio scolastico, mentre i suoi compagni svolgevano in aula gli esercizi. Il docente si giustifica: il suo atteggiamento è desiderio di vendetta contro il presunto tradimento della compagna: “Perché l’ho fatto? Perché ho problemi con mia moglie. Volevo renderla gelosa.” (France Info).
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L’uomo, all’epoca 35 anni, chiamava l’alunna alla cattedra, all’angolo della classe. In seguito, le richieste oscene e i numerosi atti di violenza e sopraffazione. Stando a quanto riferisce il media France Info, gli abusi sessuali si sono ripetuti in numerose occasioni, da gennaio a luglio 2008, con l’estensione della violenza anche nella sfera virtuale con opprimenti chiamate e messaggi all’11enne.
Nonostante la famiglia della vittima sia stata informata, i suoi genitori non hanno mai sporto denuncia. Ci vorranno ben undici anni e un terzo tentativo di suicidio di Maeva (nome inventato), nel 2019, affinché la vittima, allora 22enne, chieda definitivamente aiuto alle autorità locali. Di fronte al tribunale questo giovedì (8 aprile), l’accusato ha spiegato che all’epoca aveva problemi con sua moglie e voleva farla ingelosire. “Quando ho accarezzato Maeva, pensavo alla mia compagna: i miei sentimenti erano rabbia mista a gelosia.”
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L’accusato è ora iscritto nel registro degli autori di reati sessuali su minori. Condannato a sei anni di carcere, il detenuto sarà sottoposto a cure e monitoraggio socio-giudiziario per cinque anni.
Fonte France Info
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