Un ragazzo autistico può essere indipendente? Ecco la storia di Andrea, che col metodo ABA sfata tutti i miti su questo disturbo. Tanto che oggi vive da solo
La prima volta che il grande pubblico ha conosciuto Andrea era il 2012. Giulio Golia delle Iene aveva scoperto la sua storia grazie ai racconti che il ragazzo (all’epoca 18enne) pubblicava online. Nelle sue frasi tutta la sofferenza di non essere capito: Andrea infatti è un giovane autistico. Per questo Franco, suo padre ha stravolto la sua vita per dedicarla al figlio e per far conoscere l’autismo, un disturbo del neuro-sviluppo di cui ancora oggi si parla ben poco.
In questi giorni Le Iene sono tornate a incontrarli, quasi 10 anni dopo, per scoprire come Andrea sta affrontando l’età adulta. Il giovane veneto ha fatto passi da gigante: oggi lavora in ufficio col padre, vive da solo e gestisce cucina, spesa al supermercato e pulizie in assoluta autonomia. Un traguardo straordinario per chi come lui affronta le tante difficoltà legate all’autismo. Ma come ci è riuscito?
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L’autismo ha diverse sfaccettature, infatti per definire l’intensità dei suoi sintomi si parla di uno “spettro”. Le persone all’interno di questo raggio hanno in comune la difficoltà a comunicare e a controllare alcuni impulsi. Andrea da ragazzino era imprevedibile: spesso era preso da un desiderio irrefrenabile di correre, di svuotare qualsiasi bottiglia gli capitasse sotto tiro, ma anche di esprimere affetto accarezzando la pancia delle persone.
Comportamenti che spesso spaventano e allontanano le persone. Per questo papà Franco aveva portato avanti l’iniziativa della “Banca sociale del tempo”, un progetto in cui dei ragazzini passavano alcune ore con dei soggetti autistici, per fare amicizia e “normalizzare” il concetto di autismo. Obiettivo condiviso dalla sua associazione “I bambini delle fate”.
Sebbene per moltissimi soggetti autistici l’indipendenza sia solo un miraggio, oggi Andrea è riuscito a conquistarla e ad andare a vivere da solo. Un risultato ottenuto grazie alla dedizione e al costante impegno di Emanuele, educatore e tutor. Con Andrea ha applicato il “metodo ABA”, basato sull’insegnamento di precise routine: il segreto è consolidare le abitudini associandole ad orari ben definiti.
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La nuova casa di Andrea è comunque dotata di telecamere di sicurezza in ogni stanza: “Servono per vedere se fa bene le cose quando è da solo, ma quando sarà autonomo al 100 percento le toglieremo”, spiega papà Franco. “Con i ragazzi autistici a volte bisogna rischiare – conclude l’uomo – altrimenti rimarranno sempre imprigionati nella loro testa”.
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