Resta alta l’attenzione sul caso della scomparsa di Denise Pipitone, la bambina che il primo settembre del 2004 è sparita dalla casa della nonna a Mazzara del Vallo in provincia di Trapani.
In tutti questi anni la sua mamma Piera Maggio si è battuta come una guerriera per trovarla e poterla riabbracciare. Anche quando la sua storia ha attirato gli interessi morbosi degli speculatori.
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Dopo la vicenda di Olesya Rostova, la ragazza russa che si è rivolta a un programma televisivo del suo Paese per ritrovare la sua mamma e la cui somiglianza con Piera Maggio era impressionante, Piera Maggio partecipa alla trasmissione di Rai tre “Chi l’ha visto” condotta dalla giornalista Federica Sciarelli.
Bisogna ricordare che una telespettatrice, un’infermiera di origini russe che vive in val Seriana, guardando il programma in cui è apparsa per la prima volta Olesya Rostova ha notato la forte somiglianza con la mamma di Denise Pipitone, Piera Maggio.
Così la donna ha immediatamente inviato la segnalazione al programma di Rai 3 “Chi l’ha visto” che da sempre si occupa del caso della scomparsa di Denise Pipitone ed è molto vicina alla famiglia di Piera Maggio.
Dopo varie trattative tra l’avvocato della mamma di Denise, Giacomo Frazzitta, e quello di Olesya Rostova si è arrivati a stabilire che il gruppo sanguigno della ragazza russa non combaciasse con quella della piccola Denise, scomparsa un pomeriggio di diciassette anni fa.
In seguito però non si sono placate le polemiche circa la serietà del conduttore della televisione russa e della stessa Olesya che si è scoperto aver partecipato a un reality su YouTube.
Il tema della puntata però tocca un altro argomento molto importante: le indagini condotte molti anni fa sulla scomparsa della piccola. Vale la pena precisare che nelle indagini furono coinvolte Anna Corona (ex moglie di Piero Pulizzi, padre di Denise e attuale compagno di Piera Maggio) e Jessica Pulizzi (figlia di Piero Pulizzi e Anna Corona dunque sorellastra di Denise).
“Nell’inchiesta ci sono dei buchi neri – dice Federica Sciarelli – come per esempio il motorino che apparteneva a Jessica Pulizzi (figlia di Pietro Pulizzi e Anna Corona, prima moglie del padre di Denise ndr), sorella di Denise, che è stata indagata, processata e poi assolta in tutti e tre i gradi di giudizio. C’era una cimice in quel motorino e c’è una registrazione che potrebbe essere importantissima ma che non ha dato una soluzione, è rimasta un misterio”.
Jessica è stata assolta in via definitiva dall’accusa di rapimento della bambina quindi per la giustizia italiana non è stata lei a prenderla nonostante per ben due volte avesse mentito agli inquirenti raccontando di essere rimasta tutta la mattinata a casa. Infatti il giorno della scomparsa si trovava a circa 500 metri dalla casa, al mercato rionale.
Secondo Piera Maggio sin da subito c’era qualcosa che non andava nelle indagini. “Devo fare una precisazione – dice – in questa indagine ci sono state delle persone non competenti nell’affrontare il caso di un sequestro di una bambina e altri che non favorivano le indagini. Ma ci sono state anche persone che hanno speso anima e cuore perché Denise tornasse a casa“.
Poi prende la parola l’avvocato Frazzitta che fa un paragone con il caso di Stefano Cucchi in cui dopo tanti anni alcuni appartenenti delle forze dell’ordine hanno confessato. “Perché qualcuno delle forze dell’ordine dell’epoca non ci racconta come sono andati i fatti?“, dice Frazzitta.
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In questi giorni, però, c’è stato un abbraccio collettivo nei confronti di Piera Maggio. “Quello che sta succedendo – dice Piera Maggio – mai è stato così forte e sentito. Anche le coetanee di Denise stanno facendo di tutto per aiutarci. Noi non molliamo, vogliamo giustizia ma non abbiamo mai perso la speranza di riabbracciare Denise, lei è sempre viva ed è con noi. Sono un po’ più rincuorata perché sono emerse dalla bocca di un pm quelle anomalie che io ho sempre gridato in questi anni. Tutto quello che non emergeva in quei momenti era inspiegabile“.
“Sulla storia di Olesya – dice Piera Maggio – voglio mettere un punto. Questa verifica andava fatta. Ovviamente il metodo che i russi pretendevano io non lo avrei accettato. Loro il dna lo avevano ma io sarei dovuta andare in quella trasmissione a fare quel teatrino e non mi sarei mai prestata a questo. L’unico metodo era chiedere il gruppo sanguigno che serviva per evitare lo step successivo. Frazzitta è stato molto bravo e ci ha speso nottate. Perché non si è subito proceduto a dare subito tutto alla Procura? Perché sarebbero passati mesi e io non potevo aspettare“.
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