Antonio Desiderio, si racconta a Yeslife: “Vi spiego il mio punto di vista”

Intervista esclusiva a Antonio Desiderio, il manager internazionale di Opera e Balletto ha esposto il suo parere riguardo all’emergenza Covid

antonio desiderio
Antonio Desiderio (Barbara Gallozzi)

In questo momento dove tutto è appeso ad un filo e la normalità ormai è solo un vecchio ricordo, noi abbiamo voluto scambiare qualche parola con il manager internazionale di Opera e Balletto.

Antonio Desiderio ci racconta la sua passione che l’ha spinto ad intraprendere anni fa una carriera completamente diversa da quella prefissata. Teatri chiusi e spettacoli fermi, l’esperto espone il suo punto di vista al riguardo. Le cose sarebbero potute andare diversamente?

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(Barbara Gallozzi)

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Manager di opera e balletto, come mai hai scelto questo ambito dello spettacolo?

Ho sempre avuto amore e passione per la musica ed il teatro. Ho avuto la grande occasione di cominciare a lavorare per un cantate lirico e piano piano capire il funzionamento di questo settore. Contestualmente ho cominciato a lavorare con i grandi nomi della danza e cosi tutto è cominciato.

Quando hai capito che il manager sarebbe stato il tuo presente?

Sono laureato in Giurisprudenza e al termine dei miei studi ho deciso di seguire la mia grande passione. Non me la sono sentita di accantonarla per la carriera forense e malgrado gli sforzi fatti, non mi sono mai pentito di averlo fatto. La fortuna è che la preparazione forense mi è sempre tornata utile ed ha sempre rappresentato quel “quid” in più sulla mia preparazione globale.

Come stai affrontando questo periodo Covid?

Mettendo a frutto il tempo per la semina di grandi progetti che dopo in anno di fermo stanno cominciando a dare i primi risultati. Inoltre, ho scoperto il lato di docente che è in me! Ho accettato la cattedra di Legislazione dello Spettacolo all’Istituto di Alta Formazione di Genova diretto da Irina Kashkova e il rapporto con i ragazzi mi ha dato enormi soddisfazioni. È bello dare il proprio background alle future generazioni.

Teatri chiusi, pensi sia la soluzione giusta?

No, nella maniera più categorica. Il nostro Governo ha mostrato ancora una volta la totale indifferenza ed incompetenza di come poter gestire questa situazione. All’estero diversi teatro hanno già riavviato la loro programmazione contingentando i teatri e supportando economicamente i lavoratori dello spettacolo durante il lockdown. In Italia benché il lavoratore dello spettacolo sia definito come tale, non è considerato un vero lavoro non sapendo assolutamente nulla di quante fatiche ci siano dietro.

Avresti affrontato la situazione in modo diverso?

Non so quanto sia semplice affrontare una pandemia mondiale se fossi stato dall’altra parte della barricata ma di sicuro lo avrei fatto utilizzando con ciò che la nostra politica non conosce e non applica: il rispetto.

Come si sceglie un artista?

Si parte sicuramente dal talento ma accanto a questo ci vuole intelligenza e preparazione. Senza questi elementi si arriva fino ad un certo punto ma non si va oltre.

Che cos’è per te l’arte?

È l’essenza che muove tutto, ci fa stare bene, ci regala emozioni grandi e soprattutto ci eleva.

Pensi che quando torneremo agli spettacoli dal vivo le cose torneranno come prima?

Me lo auguro ma sinceramente credo che il ripristino non sarà immediato; il pubblico è stato allontanato tanto e per troppo tempo dal teatro. Bisognerà riportarlo in maniera intelligente e di sicuro incentivandolo sotto più fronti. Certo rimane che noi lo attendiamo e questa “reunion” sarà davvero emozionante.

Lavori in corso?

Sto lavorando ad un progetto estivo di danza contemporanea in Spagna con un alto contenuto, in cui danza e messaggio sociale si incontrano.

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(Barbara Gallozzi)

Progetti futuri?

È invia di definizione un progetto autunnale di danza sempre in Spagna, una soiree in Bulgaria ed ad un progetto in Italia verso fine anno. Accanto a tutto questo, un importante progetto a livello mondiale di cui però vi parlerò nella prossima intervista!

BEATRICE MANOCCHIO

 

 

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