Garlasco: l’omicidio di Chiara Poggi vedrà incriminato il suo fidanzato, Alberto Stasi
Il 13 agosto 2007 il corpo di Chiara Poggi, una ragazza ventiseienne, fu trovato senza vita nella sua villetta di Garlasco, in provincia di Pavia. A ritrovare il corpo riversato in una pozza di sangue Alberto Stasi, fidanzato della vittima, che allertò i soccorsi e che, da allora, diverrà il sospettato numero uno per l’omicidio di Chiara. L’autopsia sul corpo della giovane ne stabilirà la morte a causa dei colpi ricevuti alla testa con un oggetto mai identificato.
L’allora fidanzato della vittima, Alberto, fu immediatamente sottoposto ad un lungo interrogatorio nel corso del quale emersero alcune incoerenze. L’assenza poi di tracce di sangue sulle scarpe ed i vestiti indossati, nonché sul tappetino dell’auto su cui era salito per recarsi in caserma, contribuirono ad alimentare l’ipotesi di colpevolezza nei suoi confronti.
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Garlasco: la Cassazione rigetta la richiesta di revisione
Delitto di Garlasco: Nessuna revisione del processo che ha condannato Alberto Stasi a 16 anni per l’omicidio della…
Pubblicato da Chi l’ha visto? su Sabato 20 marzo 2021
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La posizione di Alberto Stasi appare piuttosto instabile fin da subito. Arrestato a settembre, Alberto però viene scarcerato dopo pochi giorni per mancanza di prove. Le indagini continuano e, dopo essere stato dichiarato innocente in primo e secondo grado, sarà definitivamente condannato, nel 2013, dalla Cassazione a 16 anni di reclusione. Una serie di ricorsi presentati dalla difesa non hanno trovato accoglienza. La Cassazione ha respinto qualsiasi ipotesi di revisione del processo.
La rivalutazione di alcuni particolari del suo racconto e le perizie eseguite hanno condotto alla certezza del suo coinvolgimento nel delitto. In particolare, la ricostruzione della camminata effettuata dallo Stasi, che non avrebbe potuto evitare di raccogliere tracce di sangue sulle scarpe, ha destato molta attenzione.
Il ritrovamento di materiale a sfondo pedo-pornografico sul computer di Alberto Stasi ha dato invece il via ad una serie di congetture in merito al possibile movente, sebbene non sia stato precisamente delineato.
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Nonostante Alberto sia stato assolto dal reato di detenzione e divulgazione del materiale, l’ipotesi che un’ennesima discussione tra il giovane e Chiara, in merito a questo argomento, possa aver determinato la reazione che avrebbe poi portato all’omicidio, ha preso sempre più piede.