Omicidio di Barbara Corvi, il marito: “Sono innocente, respingo ogni accusa”

Roberto Lo Giudice si proclama innocente. Accusato di omicidio ed occultamento di cadavere della moglie Barbara Corvi, avrebbe sciolto il suo corpo nell’acido

omicidio Barbara Corvi marito respinge accuse
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Ha respinto ogni accusa, proclamando a gran voce la propria innocenza. Ma Roberto Lo Giudice, marito di Barbara Corvi, è accusato del suo omicidio e dell’occultamento del cadavere. Durante un lungo interrogatorio nel carcere di Terni, l’uomo si è confrontato con il procuratore capo Alberto Liguori. I legali della difesa hanno anche chiesto la revoca della misura cautelare in carcere, presentando una istanza al tribunale del Riesame.

La Procura ha riferito che valuterà le affermazioni dell’uomo, ma su di lui pesano anni di silenzi e depistaggi. L’omicidio di Barbara infatti risale al 2009: gli inquirenti credono che il suo corpo sia stato sciolto nell’acido, per non lasciare tracce. Per questo Lo Giudice è stato arrestato solo il 30 marzo 2021, dopo 12 anni. Indagato a piede libero anche uno dei suoi fratelli, Maurizio. Sul delitto però restano ancora moltissime ombre: una su tutte, quella della ‘ndrangheta.

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Omicidio di Barbara Corvi, il marito: “Sono innocente”

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Le indagini cominciano il 27 ottobre 2009. Quel giorno Barbara Corvi, 35 anni, mamma di due figli, scompare dalla sua casa di Montecampano, frazione di Amelia, nel Ternano. Il giorno prima la donna aveva avuto un’accesa discussione col marito, dopo avergli confessato una relazione extraconiugale. Di lei però non c’era alcuna traccia: venne aperto un fascicolo contro ignoti, con l’ipotesi di sequestro di persona. Ma nonostante le estese ricerche, le indagini inconcludenti furono archiviate nel maggio 2015.

La svolta arriva nel 2018: “I misteri che avvolgevano le prime investigazioni – ha spiegato il procuratore Liguori – sono stati chiariti anche grazie al contributo offerto da collaboratori di giustizia facenti parte del clan Lo Giudice”. La famiglia del marito, originaria di Reggio Calabria, è implicata con la ‘ndrangheta. E proprio questa mentalità mafiosa avrebbe spinto il marito “a lavare il tradimento col sangue, conclude il procuratore.

E poi ci sarebbe un importante precedente: l’omicidio della cognata di Barbara Corvi, Angela Costantino, che 15 anni prima, nel 1994, era scomparsa nel nulla dopo il tradimento al fratello di Lo Giudice, Pietro. Due delitti quasi fotocopia, notano gli inquirenti, che hanno anche scoperto tutti i depistaggi messi in atto affinché sembrasse che le due donne fossero scappate di casa.

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Ad avvalorare questi dubbi è stata un’intercettazione ambientale, in cui una persona vicina a Lo Giudice, parlando di Barbara dice: “Penso che sia stata sciolta con l’acido”. L’ultimo tassello del mosaico che ha messo il marito dietro le sbarre, in attesa del processo.

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