Intervista esclusiva a Miriam Rizzo, la regista lavora a fianco di big come Nino D’Angelo e Leo Gullotta. Tutto sulla sua carriera
Miriam Rizzo è una regista innovativa che ha fatto delle sue passioni, il cinema e la musica, un lavoro a trecentosessanta gradi. Tra cortometraggi e videoclip riesce a fare uscire la sua parte migliore e la sua vena artistica.
Oggi, dopo l’uscita dei suoi ultimi lavori, Il compleanno con Nino D’Angelo e La rotta degli alisei con Sergio Cammariere, è qui con noi per raccontarci alcuni momenti della sua vita artistica. Ecco cosa ha rivelato a Yeslife.
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Il cinema è la tua più grande passione, cosa ti senti di dire in questo periodo così delicato per il settore?
Era difficile prima, ed è difficile anche adesso. Non è una strada piana quella da percorrere per arrivare, anche perché credo che non si arrivi mai, si deve, si può sempre imparare di più. Certo è che questo periodo ha devastato tante maestranze dello spettacolo, economicamente e creativamente. Non è facile, noi viviamo di emozioni e abbiamo bisogno di vivere e relazionarci agli altri per trovare le ispirazioni, il distacco sociale non aiuta nessuno, e nel frattempo dobbiamo anche sopravvivere. Il nostro è un mestiere difficile già di suo.
Da regista come rappresenteresti la pandemia in un film o in un videoclip?
Come l’ho vissuta la prima volta che sono uscita di casa per fare la spesa durante il lockdown. Non sentivo i rumori e osservavo un mondo con gli occhi tristi e incerti. Si leggeva negli occhi delle persone la paura dell’incertezza, di qualcosa che ancora non conoscevamo abbastanza. Credo che lo rappresenterei così, con un caos silenzioso di anime vaganti.
Ad aprile è uscito il tuo ultimo videoclip Il compleanno di Nino D’Angelo, qual è il lavoro che c’è dietro?
Il lavoro che c’è dietro innanzitutto è un lavoro di profondo sentimento. Io voglio un bene immenso a Nino d’Angelo e lo stimo profondamente e credo che questo sia stato importantissimo per la riuscita del video. Poi, c’è anche la fatica immane di riuscire a comporre un’idea che non è proprio usuale. E devo dire che Rossella, Benedicta, Amilcar, Nina e il piccolo Samuele, hanno collaborato mettendosi in gioco davanti a una cosa che non avevano mai fatto, ovvero recitare sott’acqua. Poi tecnicamente ho avuto il grande supporto di una squadra subacquea di persone stupende, e in più la meravigliosa luce di Daniele Ciprì. Tutto era perfetto, giusto, bilanciato, meravigliosamente perfetto.
Qual è il messaggio?
Non riesco bene a tradurre il mio lavoro in un messaggio preciso. Ci sono diverse sensazioni pensieri, l’ultima immagine corale del video rappresenta uno dei miei dipinti che ho realizzato a 20 anni, c’ero io nel cielo buio sospesa come Rossella con le braccia aperte e intorno i miei angeli blu che dipingevo continuamente. Credo sia speranza la mia, rappresentazione di ricordi, di cose impresse nel cuore e nella pelle. E il mio desiderio più grande è che queste sensazioni le riesca a percepire il pubblico che guarda.
Cosa rappresenta per te lavorare insieme a Nino D’Angelo?
Lavorare con Nino è innanzi tutto un privilegio perché è una delle persone più belle e umanamente grandi che io abbia mai conosciuto, come toni, suo figlio che è uno dei miei più grandi amici. L’umiltà dei grandi è la cosa che amo di più, e Nino ne è la rappresentazione perfetta. E poi se hai una canzone con una grande potenza e delle grandi parole, basta entrarci dentro e lasciarsi andare al contenuto più profondo per poter tirare fuori ciò che ti comunica. E Nino ne è maestro, lui fa poesia prima di far musica
La rotta degli alisei, un altro lavoro appena pubblicato. Di che genere si tratta?
“La rotta degli alisei” è un omaggio al cinema. É il mio amore assoluto, e quel bambino è quello che c’è in me da sempre e che non ho mai abbandonato. Mi aiuta a vedere le cose con gli occhi ancora di una bambina. Spero di non perdere mai questo.
Una delle tue esperienze professionali più belle?
Tutte le esperienze professionali sono belle perché ti lasciano qualcosa e perché ti insegnano quello che si deve e che non si deve fare. Si impara tantissimo. Amo scrivere, e farlo mi piace da morire, entro nei mondi degli altri e cerco di vederli, e questa ad esempio è una delle esperienze più belle.
Nel tuo futuro c’è il cinema?
Il cinema E’ il mio futuro. Non potrei vivere senza. È la mia vita.
Da cosa nasce l’amore per il cinema?
L’amore per il cinema nasce sin da piccola, ero e sono patita dei film muti e ho sempre guardato e riguardato e poi la pittura sin da ragazzina mi aiutava a entrare nei mondi che non esistono. Poi ho capito che non mi bastava più, volevo che quei mondi diventassero tridimensionali, veri. Ed eccomi qui.
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Perché hai scelto il cinema da regista e non da attrice?
Non ho mai pensato di fare l’attrice, perché mi piace guardare e non essere guardata. Voglio vedere sempre tutto nell’insieme, costruire, dirigere l’orchestra e sentire tutti gli strumenti perfettamente accordati. Non sarei capace di stare davanti a una macchina da presa, mai. Non è stata una scelta il cinema, è stata la cosa più naturale che potessi percorrere, è la mia strada, il mio nutrimento.
BEATRICE MANOCCHIO