Nato per rilanciare il settore edile, il Superbonus al 110% finora si è rivelato un flop. Ma ecco le modifiche in arrivo per poter sfruttare i fondi
Secondo i primi dati disponibili il Superbonus al 110% sarebbe un flop. Infatti sarebbero stati solo 670 milioni di euro quelli utilizzati, a fronte dei quasi 19 miliardi di risorse disponibili. Si tratta di circa il 5%. Eppure il Superbonus era la misura su cui il governo puntava per rilanciare il comparto edile nel nostro Paese e creare nuovi posti di lavoro dal 1° luglio 2020 al 31 dicembre 2021. Inizialmente il provvedimento aveva attirato l’attenzione, perché si prospettava vantaggioso per tutte le persone coinvolte nell’edilizia e nelle ristrutturazioni.
Qualche esempio? I proprietari di immobili potevano richiedere lavori di efficientamento energetico e sismico, quasi a costo zero. Dopo lo stop imposto dalla pandemia di Covid-19 le imprese e i cantieri potevano ripartire senza dover sostenere spese onerose. Infine banche e assicurazioni incaricate di finanziare i lavori avrebbero ottenuto in cambio il 10 percento del 110% sul costo effettivo. Allora perché finora è stato un flop?
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Il Superbonus è dedicato a lavori specifici per efficienza energetica, interventi antisismici, installazione di impianti fotovoltaici o di infrastrutture per la ricarica di veicoli elettrici. Un intento ammirevole, quindi cos’è che frena gli italiani dal richiederlo?
Probabilmente la troppa burocrazia necessaria per le pratiche e i successivi lavori. Ma anche il fatto che spesso non si riesce ad ottenere in toto il bonus del 110%, ma una percentuale inferiore. E in un momento in cui l’economia non è solida, in molti non vogliono mettere mano al portafogli.
Secondo i report, sono solo 6.512 gli interventi programmati col Superbonus. La maggior parte (oltre un terzo) sono stati approvati in Veneto, Lombardia ed Emilia-Romagna. Si tratta soprattutto di richieste di privati: meno del 10% dei lavori, ossia circa 530 cantieri, sono stati avviati per le aree comuni dei condomini. Un dato che fa capire quanto incidano nella decisione le difficoltà legate alle lungaggini burocratiche.
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Proprio per questo si è pensato a fare delle modifiche, per rendere il Superbonus più fruibile. Il Governo ha annunciato una proroga al 2023 per il termine dei lavori, che verrà inserita nella versione definita del Recovery Plan. Il documento programmatico per ottenere i fondi dalla Ue sarà finalizzato entro il 30 aprile 2021. In più si parla di semplificazione: come aveva anticipato Il Giornale, si parla dell’introduzione di un’unica aliquota al 75%.
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