Dopo il successo di Nero a Metà su Rai Uno, cinque curiosità su Miguel Gobbo Diaz circa il suo nuovo progetto lavorativo: Zero, la nuova serie Netflix.
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L’abbiamo visto nei panni del poliziotto a fianco di Claudia Amendola su Rai Uno nella fortunata serie TV Nero a Metà, oggi Miguel Gobbo Diaz ci svela il suo ruolo in Zero, la nuova serie Netflix in uscita oggi.
- Oggi debutta Zero, la nuova serie su Netflix. Tu interpreti Rico, come descriveresti questo personaggio in tre aggettivi?
“Allora, racchiudere Rico in tre aggettivi è veramente difficile in quanto è un’esplosione totale. Un personaggio sicuramente focoso e questo aspetto lo segue in tutta la sua vita. Essendo latino poi, cubano, sicuramente porta con sé il suo essere caliente ma anche una testa calda e impulsivo, molto. Però ha anche un lato protettivo, soprattutto quando riguarda sua figlia. Come per ogni cubano, la famiglia è importante.
2. Cosa ti ha dato – dal punto di vista esperienziale – questo ruolo e come hai fatto per cucirlo sulla tua pelle?
“Sicuramente è diverso, opposto a Malik (Nero a Metà ndr). Devo dire che è stato divertente vestire i panni di un cattivo in quanto mi ha permesso di ampliare le mie ricerche per costruire ad hoc un personaggio. Sono andato molto a fondo per scoprire i lati più oscuri di Rico. Ecco perché ho molto studiato la sua cultura, io sono della Repubblica Domenicana e interpretare un cubano non è immediato in quanto le culture sono diverse e pertanto mi sono avvalso dell’ausilio di una mia amica cubana con la quale sono riuscito a coglierne le peculiarità. Dopo aver acquisito questi strumenti, ho fatto nascere Rico e spero di esserci riuscito. E’ bellissimo far nascere un personaggio”.
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3. C’è qualche personaggio cattivo del cinema a cui ti sei particolarmente ispirato?
“Più che cercare personaggi del passato, ho molto studiato a fondo su come rendere Rico quanto più autentico possibile. Un modo sicuramente per creare un personaggio innovativo.”
4. Zero affronta tematiche quali la vita nei quartieri di periferia; pensi che l’attenzione posta su queste realtà possa essere un monito per invogliare a fare di più per chi ci vive?
“Certamente, è un monito per chi vive nelle periferie delle città. Ovunque ci sono queste realtà, le periferie sono così. Zero infatti parla degli invisibili, di chi non può portare avanti i propri sogni. Ovviamente Zero è un punto di partenza per far in modo che non ci siano più queste discrepanze. A prescindere dal colore della pelle”.
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5. E per concludere una curiosità, c’è un ruolo che vorresti interpretare?
“Allora, sono aperto a tutto ma mi piacerebbe molto interpretare un film che tratti una storia vera. Oppure, anche l’idea di interpretare un supereroe mi affascina, ma per quello dovrei andare fuori dall’Italia. L’inglese lo parlo, lo spagnolo pure. Quindi sì, è sempre bello porsi dei grandi obiettivi”.
MARIA LONGO