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Televisione

Oggi è un altro giorno, il costume di Carlo Conti crea imbarazzo: cos’è

Il conduttore televisivo Carlo Conti è ospite di Serena Bortone a Oggi è un altro giorno, la trasmissione del pomeriggio di Rai 1.

Carlo Conti torna in televisione con un programma dal titolo “Top 10”. “Questo progetto è nato durante il lockdown perché ci siamo dovuti inventare un programma senza pubblico, senza ospiti. Durante la prima puntata avremo due squadre: da una parte quella dei cinepanettoni con Cristian De Sica, Massimo Boldi e nell’altra squadra avremo Nency Brilli e tanti altri“.

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Carlo Conti: la gavetta tra radio, discoteche e televisioni locali

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Il conduttore toscano racconta a Serena Bortone quanto ami “ricordare”, lui adora la memoria senza la nostalgia cioè raccontare quali sono le origini di alcuni fenomeni. “Io vivo il presente – dice Carlo Conti – senza programmare più di tanto ma pensando alla concretezza del momento“.

La chiacchierata di Serena Bortone con Carlo Conti è un viaggio nella sua vita, dall’infanzia fino al successo. “Mia madre è stata sia babbo che mamma nello stesso tempo – racconta Carlo Conti – una cosa che faceva sempre era apparecchiare la tavola perché era il momento in cui ci si incontrava ed era dedicato alla famiglia dato che io sono rimasto orfano molto presto“.

Il conduttore racconta degli insegnamenti della madre che sono l’onestà e il rispetto per gli altri. “Mia madre mi diceva tutti i giorni che ero un cretino – racconta il conduttore – io però ne facevo di bischerate“.

Poi Serena Bortone mostra una foto del conduttore da bambino in costume da bagno e in studio c’è un momento di ilarità durante il quale si scherza sulle dimensioni delle parti intime di Carlo Conti.

Mi sono avvicinato alla televisione – racconta – grazie a mia zia che mi faceva guardare Sanremo e Canzonissima. Quando è partita la sigla del primo Sanremo che ho condotto ho pensato di essere arrivato lontano“.

L’obiettivo di sua madre era quello di fargli prendere un diploma e poi trovare un posto di lavoro. “Il caso ha voluto – racconta Carlo Conti – che ho vinto un concorso in banca subito dopo il diploma e per 5 anni dopo il lavoro andavo a trasmettere in radio o in discoteca. Un giorno ho pensato che non potevo fare qualcosa che non mi piaceva e mi sono licenziata dalla banca. Così ho iniziato a lavorare in radio con Leonardo Pieraccioni e Giorgio Panariello“.

Il conduttore racconta poi di tutto quello che lo ha unico con “due fuoriclasse” spiegando come gli hanno insegnato a essere quello che è. “Abbiamo fatto la gavetta – racconta – oggi si tende ad arrivare ma bisogna fare la gavetta e oggi ci sono tanti altri modi“.

La giornalista chiede al conduttore chi è secondo lui il talento più incredibile che ha incontrato e come lo si riconosce. Lui ci riflette qualche secondo per poi dire: “Il re è lui: Pippo Baudo“.

Carlo Conti spiega che quando ha iniziato il suo mestiere non credeva di avere talento ma la cosa molto importante per lui è quello di aver fatto molta gavetta e un pizzico di fortuna. “Quando nel 1985 feci Disco Ring non ero ancora pronto per fare delle cose importante e quindi fu importante tornare in Toscana e fare ancora altra gavetta“.

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L’importante per il conduttore non è stato quello di arrivare a Rai Uno ma di fare il mestiere del presentatore che è quello che ha sempre sognato. “Vedo sempre il bicchiere mezzo pieno – racconta – quello che è cambiato da allora è il conto in banca“.

Poi il conduttore racconta di quanto ami l’Italia e la sua Firenze. Infine Carlo Conti ha raccontato della sua esperienza con il Covid.

Ovviamente – spiega – non sai come si può evolvere questa malattia. La paura più grande è di averlo attaccato a mia moglie e mio figlio. Per fortuna è andato bene e poi la dedizione dei medici e degli infermieri e tutto il personale sanitario sono stati fantastici. Ti devi affidare e devi sperare che il tuo fisico reagisca bene“.

L’unica cosa che fa arrabbiare Carlo Conti è l’ignoranza e la cattiveria mentre quello che lo commuove è il tramonto con una musica che gli ricorda qualcosa. “Spero che questa situazione ci abbia insegnato l’importanza delle piccole cose“.

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