La Squadra Mobile di Aosta ha arrestato un uomo di 36 anni nell’ambito delle indagini sull’omicidio di Elena Raluca Serban, la donna trovata morta in casa con una ferita alla gola.
Possibile svolta nelle indagini sull’omicidio di Elena Raluca Serban, la 32enne ritrovata senza vita domenica scorsa nel suo appartamento di Aosta. Un uomo di 36 anni è stato arrestato dalla Squadra Mobile della Polizia con l’accusa di omicidio volontario. Secondo quanto emerso ad ora, ad incastrare l’uomo sarebbero delle immagini riprese dalle telecamere di sorveglianza poste nei pressi dell’appartamento della vittima e delle tracce lasciate dal cellulare. Al momento non si conosce il movente del delitto, su cui sono in corso le indagini degli investigatori.
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Un uomo sardo di 36 anni è stato arrestato nelle scorse ore con l’accusa di omicidio volontario nell’ambito delle indagini sull’omicidio di Elena Raluca Serban. La 32enne di origine romena era stata ritrovata morta, con una profonda ferita alla gola, domenica scorsa nel bagno del suo appartamento in viale Partigiani ad Aosta. Stando a quanto riporta la redazione de La Nazione, la Squadra Mobile che si sta occupando delle indagini sarebbe arrivata al 36enne dopo aver esaminato i filmati delle telecamere di sorveglianza poste nei pressi dell’abitazione della vittima. Le telecamere avrebbero ripreso l’uomo nei dintorni dell’appartamento in un orario compatibile con il delitto, circostanza a cui si aggiungerebbero delle tracce lasciate dal cellulare.
Il sospettato, scrive La Nazione, è già noto alle forze dell’ordine: nel 2014 era stato arrestato e successivamente condannato dal Tribunale di Sassari a quattro anni di reclusione con l’accusa di violenza sessuale ai danni di una ragazza di 21 anni. Alcuni anni prima, il 36enne era stato denunciato altre volte: prima da una donna che avrebbe tentato di violentare durante le trattative per la locazione di un alloggio e successivamente da due prostitute che lo avevano accusato di averle picchiate e rapinate dopo un rapporto sessuale. Dopo la condanna, l’uomo aveva lasciato la Sardegna trasferendosi in Valle D’Aosta.
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Ora gli inquirenti stanno proseguendo le indagini, coordinate dai pubblici ministeri Luca Ceccanti e Manilo D’Ambrosi, per cercare di risalire al movente del delitto che ha sconvolto il capoluogo valdostano.
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