Svolta nel caso Mario Biondo. Due smartphone avevano accesso a Facebook e Twitter della vittima. Uno dei due sarebbe stato connesso al wi-fi dell’appartamento.
Potrebbe essere vicina una svolta sulla morte di Mario Biondo, il cameraman palermitano trovato impiccato nella sua casa di Madrid nel 2013. In merito abbiamo intervistato la Sig.ra Santina D’Alessandro mamma di Mario Biondo che da 8 anni lotta per sapere la verità sulla morte di suo figlio.
Finalmente si è arrivati a una svolta, la perizia sui social facebook e twitter di Mario, da parte di un team di esperti statunitensi ha rivelato che suo figlio non sarebbe stato solo nell’abitazione all’ora della morte.
“Aspettiamo solo la conferma di chi appartenevano gli IP, manca la certificazione dalla banca dati americana. E’ stato confermato che due cellulari, uno si è collegato all’account Facebook di Mario e anche al wi-fi di casa, l’altro invece su Twitter. E’ una prova granitica, non stiamo parlando di un parere di un esperto, qui stiamo parlando di prove tecnologiche. Alla fine stiamo usando gli stessi metodi dei magistrati che vanno avanti così con intercettazioni e geolocalizzazioni”.
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La mamma di Mario Biondo: “Siamo sempre stati convinti che nostro figlio è stato ucciso”
Tra le domande che non hanno ancora avuto una risposta certa, c’è dove si trovasse Raquel Sánchez Silva al momento della morte di Mario.
“Intanto c’è da dire che lei era a Plasencia, almeno è quello che lei ha dichiarato ai giudici e alla polizia in Spagna. Mai nessuno ha verificato dove lei si trovasse. Affinché i magistrati italiani potesse avere la sua geolocalizzazione o i suoi dispositivi, Raquel doveva essere indagata, cosa che non è mai avvenuta. Per questo motivo non abbiamo nulla su di lei. Siamo sempre stati convinti che nostro figlio è stato ucciso e questa convinzione ci ha portato oggi ad avere delle prove importanti. Se noi ci fossimo arresi, a quest’ora non ci sarebbe nessun caso Mario Biondo”.
Le posso chiedere secondo lei perché a Madrid hanno chiuso il caso come suicidio. Quali interessi ci sarebbero dietro a questa decisione?
“Io sono sempre stata convinta che qualche personaggio potente abbia deciso che la morte di Mario dovesse essere suicidio. In Spagna hanno in tutti i modi cercato di depistare, hanno sempre risposto con porte in faccia alle nostre richieste. Dalla magistratura spagnola non abbiamo mai avuto collaborazione, per quanto riguarda le erogatorie sono stati collaborativi con i giudici italiani. Abbiamo presentato richiesta di riapertura del caso in Spagna ma la richiesta ci è stata rigettata grazie all’opposizione di Raquel. Io non so cosa è successo quella notte, io penso che qualcosa mio figlio ha scoperto per essere stato ucciso, qualcosa che magari poteva rovinare qualcuno, motivo per cui è stato messo a tacere. Adesso questo ci conferma che qualcuno era a casa e mio figlio è stato ucciso e per depistare hanno fatto credere che mio figlio avesse fatto chissà quali cose vergognose per screditarlo, per farci vergognare di aver messo al mondo questo figlio”.
Avete mai più risentito la moglie Raquel Sánchez Silva? Vi siete mai chiesti il perché del disinteresse da parte di sua moglie, lei non voleva sapere la verità sulla morte di Mario?
“A lei la decisione della Spagna è andata bene. Pochi giorni dopo la morte di Mario ha postato un tweet dicendo che era stato un incidente, a causa di un gioco erotico. Questa cosa a noi ci ha amareggiato tantissimo. In questi anni non ci siamo mai più sentiti, a parte il fatto che ci ha denunciato due volte, questa cosa è molto strana. In questi anni abbiamo avuto due relazioni importanti da parte della Spagna lei non si è mai fatta sentire per sapere di cosa parlassero. Inoltre questa notizia che un cellulare si è agganciato al wifi di casa sua è una novità importante, sicuramente è stata una persona vicina alla coppia e che era già stata a casa loro. Mi aspettavo una chiamata per sapere chi c’era quella notte insieme a Mario ma invece silenzio di tomba. Ho sempre pensato che lei nasconda qualcosa, non so cosa. Io non voglio dire che lei ha ucciso mio figlio, non posso dirlo, non ho le prove di questo però il suo comportamento in questi anni ci ha sempre lasciati perplessi”.
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Le voglio fare un ultima domanda, arrivati a questo punto, probabilmente vicini alla verità, qual è adesso la vostra speranza?
“La mia unica speranza è quella che mio figlio abbia giustizia, voglio vedere gli assassini di Mario in galera. Ma non solo chi ha ucciso Mario, ma anche i complici che si sono adoperati a coprire l’omicidio”.