Scomparsi | Margherita Bisi, il mistero dei due cellulari ed un uomo assolto

Margherita Bisi scomparve il 13 marzo 2002 da Bologna: salutò la famiglia dicendo che avrebbe incontrato un uomo al casello di Firenze, ma non fece mai più ritorno a casa.

Margherita Bisi scomparsa
Margherita Bisi (screenshot Chi l’ha Visto?)

Il caso di Margherita Bisi – 37 anni al momento della scomparsa- ad oggi non ha avuto alcun tipo di risvolto. Svanita nel nulla il 13 marzo del 2002, di lei la famiglia non ebbe più notizia. L’ultima volta che la videro, la donna parlò di un appuntamento con un uomo al casello di Firenze e del fatto che avrebbe fatto rientro entro l’una. Così purtroppo non fu.

Non vedendola tornare i genitori decisero di sporgere denuncia di scomparsa. Per la scomparsa della donna venne accusato Luca Delli, alla sbarra per il suo omicidio e per averne occultato il cadavere, mai ritrovato. All’esito dell’iter giudiziario, però venne assolto. Ad oggi il caso di Margherita Bisi resta irrisolto.

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Margherita Bisi, scomparsa nel 2002: assolto l’uomo accusato del suo omicidio

Alberto Genovese video sequestrati cellulari tablet)
(Pexels – Pixabay)

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Margherita Bisi uscì di casa il 13 marzo del 2002 per non farvi più ritorno. Riferì alla famiglia di andare a Firenze per incontrare un uomo. Margherita negli anni si era affidata, per le sue relazioni sentimentali, a chat ed annunci sul giornale, pertanto la famiglia neppure in quel frangente si preoccupò. La donna lasciò casa portando con sé 50 euro e nessun cambio d’abito, a riprova del fatto che era convita sarebbe rientrata in serata.

Non vedendola rientrare, la famiglia contattò le forze dell’ordine le quali fecero scattare immediatamente le indagini. L’auto di Margherita venne ritrovata con delle evidenti ammaccature nel parcheggio dell’aeroporto di Firenze, ma di lei nessuna traccia. Una dichiarazione della madre, poi, fece accendere dei timori negli inquirenti. La donna riferì che la figlia, quella maledetta sera, era uscita di casa con due cellulari non ritrovati in auto. Ed è lì che entrò in scena un pool altamente specializzato di investigatori, tra cui il vice questore Giocchino Genchi, l’uomo che partecipò alla cattura di alcuni vertici di Cosa Nostra.

Fu proprio quest’ultimo, passando sotto la lente di ingrandimento tutte le chiamate ed i messaggi di Margherita, a risalire a Luca Delli. Il giovane venne sentito dagli inquirenti e riferì di conoscere la scomparsa dal 1999, ma che lei si era presentata con il nome di Stefania. Inoltre, avrebbe confermato di averla vista la notte della scomparsa per pochi minuti all’area di servizio di Firenze Nord e che nei giorni seguenti avrebbe provato a chiamarla, ma senza risultato.

Da qui, il dubbio degli Inquirenti che Delli avrebbe potuto essere coinvolto nella scomparsa della donna. In primo luogo perché non risultava dai tabulati quella telefonata, ma in più perché il mattino seguente l’incontro, in uno dei due telefoni della donna, Delli avrebbe inserito la propria sim e l’altro telefono l’avrebbe regalato ad una persona che conosceva.

Il caso si fa sempre più torbido quando si scopre che l’uomo era finto al pronto soccorso, a suo dire, dopo una presunta rissa fuori da un locale. Ma anche questa versione venne smentita, perché pare che quell’attività fosse chiusa.

Date le numerose incongruenze nel suo racconto, gli inquirenti ipotizzarono che i fatti si sarebbero svolti diversamente. Secondo gli investigatori Delli avrebbe ucciso la donna e poi, non possedendo la patente, si sarebbe ferito guidandone la macchina – trovata ammaccata all’interno del parcheggio dell’aeroporto e sulla cui tappezzeria sarebbero state trovare tracce ematiche. Non solo, Genchi avrebbe altresì trovato una telefonata durata mezzo minuto partita da casa Delli a Margherita il 13 marzo. Una prova, secondo lui, del fatto che l’uomo l’aveva cercata per un appuntamento.

Il 7 aprile dell’anno successivo alla scomparsa, Delli venne arrestato per omicidio ed occultamento di cadavere. A quel punto l’uomo respinse ogni accusa. In primo grado venne condannato a 23 anni di carcere. Alla base della decisione la questione relativa ai due cellulari. La vicenda giudiziaria, però, era ben lungi dall’essere prossima alla chiusura. Le attività di Genchi continuarono ed il vice questore scoprì che Delli aveva inserito la propria scheda all’interno di altri 25 cellulari che non gli appartenevano, perlopiù di prostitute. La maggior parte di esse, però, cercate dagli investigatori risultarono irreperibili. Una circostanza, dunque, che fece credere agli inquirenti che dietro il modus agendi dell’uomo potesse esserci una sorta di serialità. Tutte ipotesi, nessuna certezza, né condanna.

Luca Delli venne assolto definitivamente nel 2008. Dopo una seconda condanna in appello, la Cassazione – respingendo la richiesta di conferma di condanna della Procura a 23 anni– stabilì che dovesse nuovamente tenersi un processo d’appello per “mancanza di movente” un elemento che nei casi di procedimenti indiziari è imprescindibile, legando tutti gli indizi. Rinviato alla Corte d’Assise d’Appello di Firenze, quest’ultima assolse Delli con formula piena.

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Il caso di Margherita Bisi resta, quindi, irrisolto. La famiglia di lei non ha più avuto alcuna notizia. Nonostante gli anni trascorsi, purtroppo, nessuna significativa svolta.

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