Quanto dura l’immunità dopo il vaccino anti-Covid? Buone notizie: secondo i nuovi dati dell’Ema, la protezione garantita potrebbe superare di molto i sei mesi
Uno dei dati più importanti quando si parla dei vaccini anti-Covid è certamente la durata della protezione che essi offrono contro il virus. Centinaia di studi sono in corso in ogni Paese per capire effettivamente quanto si rimanga immuni una volta completato il ciclo vaccinale. Se all’inizio della campagna di vaccinazione si parlava di circa 6 mesi, adesso arrivano nuove, buone notizie dall’Ema.
Secondo l’Agenzia europea del farmaco infatti gli anticorpi potrebbero restare attivi anche oltre. Non c’è una tempistica precisa e uguale per tutti: molto dipende dalla risposta del sistema immunitario del singolo individuo. Tuttavia gli ultimi studi approvati dall’Ema offrono prospettive incoraggianti: la protezione potrebbe durare fino ad un anno.
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Ma quali sono i fattori che determinano la durata dell’immunità? Sarebbero tre: la quantità di anticorpi sviluppati; la cosiddetta “memoria immunitaria“, ossia il meccanismo con cui il corpo riconosce e reagisce agli antigeni; infine la resistenza degli anticorpi alle nuove varianti. Perciò è importantissima la dichiarazione dell’Ema, per la quale i vaccini finora approvati “coprono in modo significativo anche le varianti in circolazione e, in base ai dati preliminari, probabilmente riusciranno a essere effettivi almeno un anno”.
In base alla durata dell’immunità si programmerà la somministrazione del richiamo del vaccino. In più l’Agenzia europea del farmaco ha anticipato che il momento in cui finalmente potremo abbandonare le mascherine si sta avvicinando: “È quello che ci aspettiamo che succeda in futuro su larga scala. La maggior parte della popolazione europea sarà vaccinata, in modo tale che tra vaccinati non ci sia più bisogno di usare sempre la mascherina“.
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Intanto a maggio potrebbe arrivare nell’Ue anche il vaccino russo, Sputnik. La Germania sarebbe pronta ad acquistarne 30 milioni di dosi, ma bisogna attendere l’approvazione definitiva dell’Ema. E siccome il vaccino Sputnik ha una base simile ad AstraZeneca e Johnson & Johnson, l’Agenzia europea del farmaco vuole valutarne bene eventuali effetti collaterali, prima di dare il via libera alla distribuzione.
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