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Disastri aerei, Volo EgyptAir 990: 217 morti, 0 superstiti

La tragedia ad alta quota risale al 31 ottobre 1999, quando il Boeing 767 precipitò nell’Oceano Atlantico. Nessun sopravvissuto.

Egyptair (Getty Images)

Quello del 31 ottobre 1999 è stato archiviato nella memoria collettiva come uno tra i peggiori disastri aerei. La tragedia ad alta quota ha coinvolto il volo EgyptAir 990, affidato al Boeing 767-366ER, numero registrazione SU-GAP. L’apparecchio è decollato la notte dall’Aeroporto Internazionale di Los Angeles, in direzione della stazione di John F. Kennedy, New York (Stati Uniti). A bordo vi erano 217 occupanti, di cui 203 passeggeri e 14 membri dell’equipaggio: tra questi i piloti Adel Anwar, 3 anni, Jameel El-Batouti, 59, e Ahmed El-Habashi, 57; insieme a loro viaggiava anche l’ingegnere di volo Raouf Noureldi, 52.


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Il drammatico bilancio delle vittime

Boeing (Photo by Stephen Brashear/Getty Images)


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Riguardo alle cause dell’incidente vi sono due ipotesi prevalenti. Secondo le stime della National Transportation Safety Board (NTSB), all’origine dell’incidente vi è la deviazione intenzionale del velivolo dalla normale rotta di volo, con conseguente schianto sull’Oceano Atlantico: il motivo dell’atto resta sconosciuto. L’altra ipotesi alternativa classifica il disastro aereo non come deliberato atto suicida da parte del comandante, bensì come conseguente disastro da guasto meccanico, secondo l’agenzia egiziana Egypt Civil Aviation Agency (ECAA).

Secondo l’agenzia investigativa NTSB, la teoria del gesto suicida è giustificata dalla cieca religiosità del primo ufficiale di riserva. Sostenendo l’ipotesi suicida, il comunicato ufficiale della National Transportation Safety Board concluse che le virazioni registrate durante il volo dalla scatola nera non furono provocate da anomalie meccaniche. In caso positivo, l’effettivo guasto a bordo del Boeing 767-366ER sarebbe stato recuperabile grazie alla massiccia presenza di equilibratori a bordo.

L’incidente si è verificato circa 20 minuti dopo il decollo, quando Jameel El-Batouti riesce ad allontanare i due copiloti. Rimasto solo nel cockpit (cabina di pilotaggio), il comandante azionò il pilota automatico e spinse in avanti la barra di comando. La scatola nera registrò la sua preghiera durante l’atto: “Ora ho deciso […] Affido la mia anima a Dio.”. Il velivolo iniziò a perdere quota repentinamente e scese in picchiata, precipitando nell’Oceano Atlantico.

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Il bollettino delle vittime segnò 217 morti. Nessun superstite.

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